Studio Meyer e Piattini – 2 settembre / 14 ottobre

Ancora qualche settimana per vedere una proposta alternativa nel grande calderone-panorama culturale del luganese.

La mostra non si trova di fatto in una galleria d’arte “comune”, bensì in uno studio di architettura che si presta da qualche anno anche a luogo espositivo “intimo”, atto a favorire il dialogo tra le diverse discipline legate ad un mondo creativo che (oggigiorno più di prima) non deve essere a chiusura stagna. Dalla profonda relazione fra l’arte, l’architettura e lo spazio, infatti, nasce spesso un rapporto che conduce ad una ricerca artistica in cui si fondono astrazione e sintesi delle forme.

carlos-matter_2Carlos Matter è un artista zurighese: dopo aver frequentato negli anni 70 la “Kunstegewerbeschule” con l’indirizzo fotografia. Durante questo periodo di studi nella città sulla Limmat, saranno per lui determinanti gli incontri con l’insegnante Walter Binder e con lo scrittore svizzero Peter Bichsel che lo introdurrà ad un tema fondamentale per il suo lavoro futuro: quello del rapporto fra parola e immagine.

Prosegue la sua formazione negli Stati Uniti, dapprima all’Art Institute di San Francisco ed in seguito all’Art Institute di Chicago, dove consegue il master.
 Dopo il periodo americano, Carlos Matter, tornato in Svizzera a metà degli anni 80, inizia a lavorare sia come artista sia come insegnante.
 A partire dall’inizio degli anni 90, dopo una prima fase più pittorica, il suo lavoro diventa più materico e si delinea concentrandosi sia sulla lavorazione delle superfici tramite l’intaglio e la fresatura, sia sulla creazione e l’assemblaggio di frammenti.

Aymone 11 xIl suo dialogo da quel momento si esprime attraverso il formato principe della tavoletta di 30 x 40 cm, formato che Carlos Matter investiga in maniera quasi ossessiva lungo tutto il suo percorso artistico, per poi regolarmente abbandonarlo brutalmente con opere di grande formato o con assemblaggi di piccolissimi elementi … perché, come si sa, è l’eccezione che dà un vero senso alla regola.

In questi anni nasce, inoltre, il concetto di “Apotheke”, definizione che riunisce in un unico progetto una lunga serie di esposizioni personali dall’inizio alla fine degli anni 90.
 Il termine Apotheke (farmacia), richiama questo suo sperimentare quasi alchemico, in cui attraverso la sottrazione e l’addizione di materia e la ricomposizione di elementi si arriva all’elaborato ultimo, al farmaco, a quella che lui definisce la sua “pietra filosofale”.

Allo stesso tempo la ripetizione del formato e degli elementi riporta spontaneamente alle opere di Damien Hirst. Le “Medicine Cabinets”, che figurano tra i primi lavori dell’ artista inglese – nonché i primi venduti da studente alla Goldsmith University – sono rimasti ancora oggi fonte di ossessiva ispirazione.

Negli ultimi anni Carlos Matter ha sperimentato altre tecniche e materiali, utilizzando il frottage e il disegno su vetro. Il suo lavoro attuale è concentrato sulla scoperta di un nuovo materiale, la terracotta, che introduce nel lavoro d’artista una forte componente di “sapere artigiano”.

matterIl lavoro di Carlos Matter pone, infatti, come punto focale il processo artistico, pensato sia come processo mentale sia come processo fisico.
 L’artista si pone all’origine di questo percorso, come causa prima e fattore scatenante, e lo indirizza al suo compimento finale.
 In questo sistema è inevitabilmente integrata una componente di casualità: l’artista non determina a priori la sua opera e l’opera nasce autonomamente spinta alla luce tramite il pensiero e l’atto creativo.

In questo gioco l’azione dell’artista deve essere sempre definita e mirata, perché non è mai un intervento casuale ma l’espressione di un’intenzione chiara che si esprime attraverso l’applicazione di una tecnica precisa.

Alcune figure dell’arte del secolo scorso interessano particolarmente Carlos Matter: John Cage, per esempio, per il suo fatto di applicare ad una produzione artistica totalmente individuale diversi metodi normalmente estranei all’arte derivanti dall’applicazione di leggi universali, oppure Jean-Luc Godard, per l’interessante tecnica di collage fra immagini che appartengono a codici diversi, senza dimenticare William S. Burroughs, per l’idea di scomposizione e ricomposizione del testo.

mostra-matter-aymoneSpazio e forma sembrano quasi dissolversi per poi ricostruirsi sintatticamente, esaltando l’interferenza architettonica che prevale fortemente su ogni altra istanza. Viene così astratta concettualmente la spazialità di Carlos Matter in forma di essenza, fluidità e ciclicità, segni distintivi di una ricerca continua e tenace, sempre in dialogo tra le parti e gli elementi stessi, la ricerca dello sviluppo tecnico essendo prevalente sul risultato finale. È, dunque, il cammino quello che è importante. A noi non rimane che percorrerlo.

“Conta solo il cammino, perché solo lui è duraturo e non lo scopo, che risulta essere soltanto l’illusione del viaggio.
” (Antoine de Saint-Exupery)

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Mostra dal 02 settembre al 14 ottobre 2016
Orari:
lu – ve dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 17.30 (giorni festivi esclusi)

Per maggiori informazioni:
lukas meyer e ira piattini | architetti dipl. ethz fas sia otia
via sirana 79 | 6814 lamone | svizzera
tel. : +41 (0)91 924 71 80
www.meyerpiattini.ch