Questa è la prima intervista che Ticinolive pubblica sull’imperversante ArgoGate. Non si può dire che ci siamo affrettati. Ringraziamo Armando Boneff per la sua cortese disponibilità, che abbiamo molto apprezzato. Siamo – e non lo diciamo tanto per dire – disposti a intervistare qualsiasi avversario dell’on. Beltraminelli, quale che sia la sua parte politica, quali che siano il suo temperamento e i suoi modi, quali che siano i suoi fini.

Un’intervista di Francesco De Maria.

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Francesco De Maria  Questo ArgoGate ha assunto, mese dopo mese, proporzioni enormi e ha scatenato le passioni, le rabbie, le isterie, le condanne. Con quali sentimenti ha vissuto questi lunghi mesi?

Armando Boneff  Provo disagio e preoccupazione perché la popolazione fa di tutt’erba un fascio e si lascia confondere da chi approfitta per screditare gli avversari di partito in blocco invece di approfondire con discernimento i vari livelli di responsabilità.

Siamo giunti a una situazione di non ritorno?

AB  Se per non ritorno intende se un evento potrebbe far cessare la baraonda, può stare certo che, comunque vadano le cose (verdetti della Commissione parlamentare d’inchiesta e della Magistratura), le polemiche dureranno fino alle prossime elezioni cantonali.

Dove e fino a che punto Beltraminelli ha sbagliato? Perché, lo sappiamo, certi errori sono stati ammessi. Quale può essere una ragionevole conseguenza per tali errori?

AB  Onestamente non saprei in cos’altro Beltraminelli abbia “sbagliato” all’infuori delle inadempienze arcinote che sono, a mio parere, tutte conseguenti a procedure inadeguate applicate da tutto il Governo, non solo da lui. D’altronde nella conferenza stampa indetta dal Consiglio di Stato mi sembra che sia emersa chiaramente una corresponsabilità dei dipartimenti coinvolti, ciascuno per le rispettive competenze. Mi auguro che la conseguenza di tutta la faccenda sia la correzione delle procedure; mi auguro che il Governo impari ad essere meno pressapochista neli’osservanza delle leggi e che anche il Parlamento la smetta di pretendere la moglie ubriaca e la botte piena (per esigere l’assolvimento di compiti delicati e onerosi bisogna anche concedere i mezzi adeguati. Il risparmio, oltre certi limiti, comporta una riduzione degli standard di qualità, è inevitabile). Ma soprattutto mi auguro che al di là delle rivalità partitiche, alle forze politiche in campo stia più a cuore il buon funzionamento del Paese che l’eliminazione dell’avversario di turno.

Come vede il vasto schieramento dei suoi avversari? I loro intenti? 1) Hanno deciso di fare (tanta) paura. 2) Hanno deciso di andare sino in fondo e non si fermeranno. 3) Esitano, alla ricerca dell’occasione migliore.

AB  Gli avversari vogliono la testa di Beltraminelli, ma per i motivi che ho già detto, ciò mi pare un’esagerazione. È comunque giusto che si continui ad indagare fino al chiarimento di ogni dubbio, ci mancherebbe!

L’ultimo episodio che ha scatenato la piazza è stato il caso Bernasconi-­‐Pontiggia. Qual è la Sua personale ricostruzione dei fatti?

AB  La verità è che ho seguito la vicenda con molto distacco. Le polemiche pubbliche hanno inutilmente esacerbato gli animi con l’unico risultato di aumentare lo sconcerto nei cittadini, già giustamente delusi, confusi e arrabbiati.

Pontiggia (che è stato duramente attaccato) ha fatto una cosa che non doveva fare? Ha tentato di aiutare il ministro pericolante? La sua condotta giornalistica può definirsi corretta?

AB  Fortunatamente nel nostro Paese vige la libertà d’espressione. Con le considerazioni fatte pocanzi, credo che ciascuno sia responsabile delle proprie affermazioni e che i cittadini lettori si siano fatti un’opinione ciascuno guardando dalla propria angolazione.

La famosa puntata di Falò ha danneggiato gravemente Beltraminelli. Un buon esempio di giornalismo d’inchiesta? Le cose dette erano vere? La loro presentazione era “neutrale”?

AB  I giornalisti di Falò hanno fatto bene il loro mestiere. Importante è distinguere un’indagine giornalistica da un processo essendo totalmente diversi sia i metodi d’inchiesta sia il peso delle conclusioni o del verdetto.

Secondo me Marco Sansonetti è un personaggio-­‐chiave nella vicenda. Che cosa pensa di lui? È (ancora) un custode di segreti?

AB  Non conosco il personaggio e non sono un indovino.

L’ArgoGate è stato il trionfo e il delirio dei social. Scrivere “è tutt’una mafia, uno schifo, cacciatelo a pedate nel culo (come ha scritto il professor Leggeri, che rispetto molto, perché è stato per due anni il mio direttore d’istituto)” può dare grandi soddisfazioni alla pancia. Fino a che punto il ministro è stato la vittima sacrificale di Facebook?

AB  I social riflettono gli umori del Paese, soprattutto di chi normalmente non ha voce e deve subire tutto passivamente. È preoccupante, ma non è certo colpa di chi si sfoga anche approfittando dello scudo virtuale se la rabbia dà forma alla frustrazione. Che poi s’infiltrino anche personaggi che avrebbero ben altri mezzi e modi per esprimersi è un altro discorso. Beltraminelli è sempre stato molto presente su FaceBook, quindi non è sicuramente uno sprovveduto. Inoltre come personaggio pubblico è un membro di diritto dello stand di tiro mediatico, di solito come cacciatore ma ogni tanto anche nella veste del piccione.

Ho notato che molti “piccoli” (Pronzini, Mordasini, Collura, ecc.) si mostrano estremamente aggressivi e attaccano in continuazione, mentre le forze più grandi e potenti sembrano rimanere in attesa degli eventi. In particolare il PLR (ma non già la Regione, che appartiene in sostanza al PS e alla sinistra) ha assunto una linea moderata, astenendosi dal pretendere una giustizia sommaria. Lei lo vede come un segnale positivo? Forse una speranza?

AB  Non è la questione di “piccoli” o “grandi”; la lettura logica è un’altra: i personaggi più aggressivi, i mastini, provengono tutti dalla stessa area di pensiero e di merenda (quelli a cui hanno sottratto l’osso DSS e vorrebbero riappropriarsene).

Lei non è solo un celebrato umorista ma anche un uomo pieno di feeling. Allo stato attuale delle cose ci può essere un atout decisivo – a vantaggio dell’una o dell’altra parte – tuttora ignoto?

AB  Per soddisfare tutte le parti dovrebbe saltar fuori un colpevole a sorpresa, magari estraneo a Palazzo. E se la Commissione d’inchiesta del Parlamento scoprisse che c’è lo zampino di Diabolik, che di questi tempi celebra i sessant’anni di pubblicazioni? Il noto criminale sarebbe capace di assumere le sembianze di chiunque, funzionario o ministro…

Il Suo partito, che è toccato in primis nel suo consigliere di Stato ma anche, in misura minore, nel suo presidente, ha una strategia per superare la crisi? Lei teme per le sorti del Suo partito?

Chi o che cosa può aiutare il Suo partito (lasciando da parte Dio, che rimane onnipotente)?

AB  Do un’unica risposta a queste sue domande. Nel mio partito conto come il due di picche a briscola. Giri la domanda a chi di dovere, a me basta e avanza il dover sopportare le conseguenze dei casini combinati da altri.

Ultima domanda (può non rispondere se vuole). Come finirà questa tormentosa vicenda?

AB  Chi vivrà vedrà.

Post-­‐ultima. Quali parole dice a Paolo Beltraminelli?

AB  Beltrauguri!

Esclusiva di Ticinolive