Non vedendolo tornare dopo un’intera giornata passata sulle nevi della Leventina a Carì in zona Val d’Amera, i famigliari di un uomo 34enne domiciliato nel Bellinzonese hanno dato ieri sera l’allarme alla Polizia.
Immediate l’inizio delle ricerche a cui hanno preso parte oltre alla Polizia, il soccorso alpino svizzero, la REGA e il personale degli impianti sciistici.
Questa notte verso le 1.30 è stato individuato il corpo dell’uomo, purtroppo senza vita.  L’avvistamente è stato fatto da un elicottero mentre sorvolava la zona al di fuori della delimitazione delle piste. Il corpo è stato successivamente recuperato.
La Polizia ha aperto un’inchiesta per appurare le cause della morte del giovane che stava praticando snowboard in una zona fuori pista della stazione sciistica.
Carì è un piccolo villaggio che si trova a 1655 m sul livello del mare. Paese che può contare soltanto in una decina di abitanti durante la bassa stagione, ma durante la stagione invernale il luogo si anima grazie alle numerose seconde case presenti nel territorio arrivando anche alla popolazione di 2’000 persone.
La zona si presta a bellissime passeggiate in percorsi in mezzo alla neve e alla natura. E sono proprio questi ad attirare gli amanti del fuoripista. Attività alla quale deve essere prestata la massima attenzione per il costante agguato di cadute che possono essere letali come quella che probabilmente ha causato il tragico incidente di ieri.
Il gestore dell’impianto sciistico ha l’obbligo di manutenzione e battitura costante della pista demarcata per garantire la sicurezza di chi scende sugli sci o snowboard. Lo sci fuoripista non può essere vietato, malgrado le opportune segnalazioni di pericolo, ma chi lo fa significa che rinuncia consapevolmente a questa sicurezza per avere il privilegio di scendere su una neve pulita.
Il divieto scatta soltanto se sussistono rischi per l’incolumità altrui come ad esempio il rischio delle valanghe.