di Vittorio Volpi

Un saggio cinese dice “ vi auguro di vivere in tempi di cambiamento”. Se è vero che è bello vivere in periodi di adrenalina, considerando gli innumerevoli cambi di scenari di questi tempi, direi che ci siamo.

Nelle miriadi di cose in movimento nel mondo, mi sembra che stiamo vivendo tre importanti momenti.

Il primo, la Brexit: è un tale coacervo di elementi contradittori e di confusione raramente vissuto nel Regno Unito. Ci sarà hard/soft exit o addirittura un nuovo referendum? Veramente difficile fare previsioni. Non penso sarà hard. Ma una previsione certa a questo punto è molto aleatoria.

Come scrive lo storico Niall Ferguson “un compromesso si troverà”, niente “hard”. Ciononostante, le conseguenze della Brexit saranno comunque pesanti. Nel mondo della Finanza molte istituzioni finanziarie internazionali si sono già mosse. La maggioranza lascerà parzialmente Londra: il centro finanziario inglese però è di tale qualità ed esperienza che sarà in eterno comunque importante. Ma non è così in altre attività.

Proprio in questi giorni, ad esempio, la Honda – auto, motociclette – ha annunciato che chiuderà gli impianti inglesi di Swindon. I giapponesi non vogliono pagare dazi su ciò che venderanno in Europa. Di più: dopo che il Giappone ha firmato di recente un accordo di libero scambio con la UE, sarà più conveniente esportare direttamente dal Giappone senza pagare balzelli doganali. Ci si domanda se alla UE abbiano ben ponderato tale delicato punto prima di firmare l’accordo.E conoscendo i giapponesi, noti per comportarsi da “così fan tutte”, quando il pace setter si muove, tutti gli altri seguono.

Si può prevedere quasi con certezza che la decisione della Honda sarà seguita da un gran numero di imprese nipponiche. Visto che non avranno più dazi da pagare esportando direttamente da casa loro perchè complicarsi la vita negli UK? Un bel danno per il Regno Unito.

Il secondo importante punto di contenzioso, di dimensione planetaria, è la trattativa sul “commercio” USA-Cina. Trump, nonostante i suoi detrattori, con i cinesi ha giocato le carte giuste. Il suo “guru” Robert Lighthiser, lo ha ben consigliato. Trump vuole un ribilanciamento dello spaventoso surplus commerciale cinese nei confronti degli Stati Uniti. E non solo: vuole cambiare le regole cinesi che impongono alle aziende USA di “cedere” la tecnologia insieme ai prodotti se si avviano al mercato cinese. Punto delicatissimo.

Da Washington chiedono anche di avere un controllo sugli aiuti di stato cinesi alle loro imprese: per evitare “dumpings”. Trump sta giocando con raziocinio la partita e Xi Jinping dimostra di sapergli rispondere con calma. Fra poche settimane sapremo il risultato della negoziazione, ma dobbiamo prepararci al futuro.

Il confronto Usa-Cina è solo agli inizi. E fra i due colossi planetari non sarà più “Trade War”, roba quasi superata, , ma bensì “Tech-War”. L’intelligenza artificiale salirà in cattedra. Sono già visibili i colpi di scena sul problema della piattaforma 5G.

Hanoi, il mausoleo di Ho Chi Minh

Il terzo punto importante si espliciterà nei prossimi giorni. Ad Hanoi, la capitale vietnamita, avverrà l’incontro fra Trump ed il “maresciallo” e monarca rosso, Kim Jong-un, leader della Corea del Nord. Si tratta del seguito delle discussioni dell’anno scorso a Singapore. L’oggetto è l’eventuale stop nucleare della Corea del Nord: la denuclearizzazione della penisola coreana. Trump ha già ottenuto molto anche senza aver firmato nulla. Da mesi Kim non spara più missili intercontinentali, né fa esperimenti nucleari.

Cosa potrà succedere? Con qualche probabilità uno stop nucleare, non subito la denuclearizzazione. Sarà difficile che Kim si privi dell’arma nucleare perché è anche la sua sicurezza e salvezza. Più probabile un blocco o altri passi in avanti ottenendo da Washington l’abrogazione delle sanzioni economiche USA (e alleati) che, è noto, “fanno male”.

Insomma, molta carne al fuoco, che non rende certamente noiosa la nostra travagliata ed indubbiamente adrenalinica vita.