Per le elezioni di quest’anno i Verdi hanno scelto come tematica prioritaria il clima.
C’è chi dice che il cambiamento climatico in corso non sia frutto delle attività umane ma piuttosto di fluttuazioni naturali come già avvenuto nel passato. In ambito scientifico si elaborano dei modelli su dati rilevati in passato da cui risultano delle deduzioni ipotetiche. Gli scienziati comunicano perciò non con risposte assolute ma con ipotesi. Ma ciò non cambia niente sul fatto che il 99.9 % di tutti gli scienziati specializzati nell’ambito del clima ritengano che il cambiamento climatico sia dovuto alle emissioni di CO2 legate alle attività umane, che l’aumento di temperatura globale avrà un effetto devastante per l’ambiente e che è urgente agire per arrestare il cambiamento climatico.

C’è chi dice che i Verdi si preoccupano solo dei temi ambientali come il clima e che trascurano altri ambiti politici. Ma quando si parla di clima ci si riferisce anche al clima sociale! Anche se a dire il vero in questo caso di riscaldamento proprio non si può parlare, anzi tira piuttosto un’aria fredda, e inoltre: per la protezione dell’ambiente ci vuole anche un approccio che include tutti gli ambiti politici.

C’è chi dice che i Verdi sono ipocriti e che i membri dei Verdi hanno uno stile di vita non sempre favorevole al clima. È vero che anche noi non ci comportiamo sempre in modo coerente. Ma questo non deve essere un pretesto per non impegnarci politicamente per misure più incisive per la protezione del clima.

C’è chi dice che i Verdi strumentalizzano i giovani che vanno in piazza a manifestare per il clima. Ma i giovani non si lasciano strumentalizzare e sicuramente non dai Verdi. Se qualcuno si lascia strumentalizzare, sono piuttosto certi politici vicino agli ambienti economici che vogliono far prevalere i loro interessi personali anziché la protezione del clima!

C’è chi dice che dei Verdi non c’è più bisogno tanto adesso tutti partiti, o quasi, si dicono a favore della protezione del clima. Sarebbe bello. Impegnarsi per il clima è diventata una moda di stampo opportunistico. Non è una novità che prima delle elezioni a fronte dei numerosi appelli degli scienziati tutti i partiti cavalcano l’onda verde. Ma tra il dire e fare c’è di mezzo il mare lo si sa.

Chi parla chiaro e tondo è il rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) pubblicato in ottobre 2018: oggi ci sono le possibilità tecniche ed economiche per contenere il riscaldamento climatico globale al di sotto dei due gradi. Quello che manca è la volontà politica di impegnarsi e agire.

La buona notizia è che la volontà politica si può scegliere. Se si consulta il sondaggio delle diverse ONG ambientali in cui si analizza quali politici votano a favore dell’ambiente e quali no (www.ecorating.ch), i risultati sono molto chiari: ci sono certi partiti che si impegnano altri invece no. Quindi se vuoi che l’impegno contro il cambiamento climatico sia una priorità: vota il partito che da sempre la mette come una priorità.

Erika Franc, candidata al gran consiglio per I Verdi del Ticino