Siamo alla frutta, almeno così sembra

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Riceviamo e pubblichiamo. Il testo non impegna la redazione. La nostra opinione è molto semplice: la legalità non è un “optional” e la Città non può essere tenuta in ostaggio, in eterno, dai “molinari”.

L’esecutivo ha in mano un progetto valido, e questo è un merito. Poi ci sono i de- meriti, che non enunciamo per carità di patria.

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Ce ne hanno messo di tempo i politicanti della Lugano da bere, avvicendatisi a Palazzo negli ultimi diciassette anni, per lo sfratto ai giovanotti del Centro sociale autogestito del Molino. Quattro legislature per redigere una lettera che fa carta straccia della convenzione firmata allora da Municipio, Cantone e Associazione Alba, da intimare nei prossimi giorni ai locatari. Ne anticipo il suo significato intrinseco: Apprezziamo il lavoro da voi svolto durante tutto questo periodo, ma la trasformazione del sedime non ne prevede la continuità. In altre parole, immagino più consone alla maggioranza di consiglieri comunali e municipali: Föra di ball, con le buone o con le cattive.

Bene. Così vanno le cose, non solo a Lugano, alle Officine FFS di Bellinzona è in onda lo stesso teatrino. Comanda la finanza e il mercato, con i suoi comandanti e le rispettive marionette. Prendere o lasciare, come quando i salariati ricevono la lettera di licenziamento: La prendono e lasciano libero … il posto di lavoro.

Alternative? Alcune (sempre le solite e spuntate) per i riformisti dell’opposizione costruttiva, solo una per chi non è disposto a barattare etica e principi con aria fritta: Resistere, determinati, contando sulle proprie forze. Potrebbe anche andare male (buttati fuori in pochi minuti e pure malmenati) ma ricordate che la storia vera, quella cacciata dai testi scolastici, l’hanno sempre fatta coloro che, sconfitta dopo sconfitta, hanno poi ottenuto quello che prima sembrava fuori dalla loro portata.

Allora, forza ragazzi, vi tengo i pugni, una delle poche cose ancora permesse dagli anni che mi porto addosso e scusate se la notte che arriveranno a buttarvi fuori non sarò al vostro fianco.

Carlo Curti, Lugano