di Vittorio Volpi

Da allora nulla è cambiato, ma Kim nonostante l’evidente sconfitta, non si diede per perso. Anzi, nel ’58 -’59 con una grande purga fece uccidere un centinaio di migliaia di dissidenti, potenziando allo stesso tempo l’esercito ed avviando con i soldi russi e cinesi una ricostruzione dell’economia con maggior vigore rispetto al Sud. Con la propaganda si eresse ad eroe dell’indipendenza, il fustigatore dei giapponesi ed il vincitore della guerra civile. “Ho liberato la Corea dalla schiavitù giapponese e dagli USA”.

Kim Jong-un con Mike Pompeo (immagine Wiki commons)

Il totale isolamento del regime e del paese fece il resto per costruirgli un carisma e culto della personalità senza precedenti. Chi è stato in Corea del Nord, come me, ha potuto constatarlo. Osannato come un Dio in terra, il “monarca rosso” diede vita ad una “dittatura sentimentale” con l’obbligo di assoluta lealtà a lui e lotta ai nemici del paese, tutto ciò sempre costruito in una totale insularità.

Non aveva però abbandonato l’ambizione di unificare il paese, tentando tutte le provocazioni possibili. Cominciando con un insolente attacco al Presidente del Sud nel ’68. Un commando arrivò vicino ad ucciderlo, entrando nel palazzo presidenziale a Seoul.

L’ordine di Kim Il-sung era: ”Tagliategli la testa e portatela al Nord”. Poi la cattura della nave “Pueblo” e successivamente, visto l’imminente successo delle Olimpiadi in Sud Corea, l’esplosione in volo del “KAL 858” per scoraggiare i visitatori stranieri all’evento.

Ma la Corea del Sud sotto protezione americana, stava ormai diventando una grossa economia industriale e l’unificazione rossa diventava sempre più improbabile.

Ma perché l’ossessione nucleare inizia proprio verso la fine degli anni Ottanta? Perché Kim si rese conto che il suo sogno di unificare sotto di sé la Corea era sempre più un’utopia. Nel ’90 l’URSS stabilì relazioni diplomatiche con la Corea del Sud, seguita a ruota dalla Cina nel ’92.

Kim, violento ma furbo, aveva capito che l’arma nucleare gli serviva;  era l’unico deterrente per la sua sicurezza, quella della sua regione e del suo paese .

Ripercorrendo la storia, come vinsero la guerra gli Stati Uniti? Con le bombe su Hiroshima e Nagasaki.  Ed ancora, con la bomba atomica nel 1964 la Cina diventò membro del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.  Kim quindi,  dedicò ogni sforzo verso il nucleare, malgrado la sproporzionata spesa, tanto da causare una drammatica carestia che negli anni ’90  causò la morte per malnutrizione, si stima, di  un milione di persone.

Lo sforzo nucleare venne portato a compimento il 9 ottobre 2006. Di seguito bisognava lavorare sui missili intercontinentali per spaventare l’America anche se le sanzioni economiche facevano male. E continuarono a lavorarci.

Kim Il-sung morì l’8 luglio 1994. Come si deve ad un divino, il cordoglio del paese durò 3 anni. A succedergli il figlio Kim Jong-il, confermando il seguito della dinastia.

Kim Jong-il seguì sulle orme paterne, guadagnandosi l’appellativo di “dear leader”. Malaticcio, morì nel 2011, succeduto dal “maresciallo Kim Jong-un”, il terzo della dinastia. Un giovanotto di 28 anni che aveva studiato in Occidente, ossessionato dalla figura del nonno che cercava visibilmente di emulare. Il seguito è storia attuale.  Obama ha inasprito  le sanzioni nel 2016 e concluso il suo mandato sottolineando che la Corea del Nord è il vero problema insoluto della sua legislatura.  Ma, come si dice, “i buoi erano già scappati”.

Il terzo Kim continua a sostenere che non bisogna dimenticare la guerra di Corea e sa che le bombe nucleari con i missili intercontinentali sono gli unici deterrenti per garantirsi l’indipendenza. I suoi predecessori gli hanno insegnato come si mente e si negozia. I due vertici con Trump lo hanno confermato. Il suo sogno rimane quello di prendersi tutta la Corea, di essere forte militarmente, di avere la garanzia di Mosca, Pechino, Washington ed il Sud che in caso di denuclearizzazione (di tutta la penisola) la Corea del Nord verrà sempre rispettata.

Il futuro continuerà ad essere difficile e complesso. Interessanti le conclusioni di uno studioso come Sung Yoon Lee che sostiene che “gli americani hanno seguito con la Corea del Nord un insieme persistente di arroganza, ignoranza e incoerenza. Mentre il governo della Corea del Nord nonostante povero, paranoico e volatile é stato tutt’altro che capriccioso o imprevedibile.”  E, continuando “ la storia ha dimostrato che la Corea del Nord ha sia un piano offensivo che difensivo. E che si conforma strettamente al suo “playbook” ( programma)”.

Difficile capire come Washington – fra il 1995 ed il 2008 – abbia potuto erogare aiuti per la Corea del Nord per ben 1.3 miliardi di dollari. Come è quasi un controsenso che la Corea del Sud stia stanziando ora  altri 8 milioni di dollari per aiuti umanitari. Ma se questi hanno i soldi per farsi le atomiche è ragionevole dar loro aiuti umanitari?

Quanto è ironica la definizione della Corea: “la calma del mattino”…Per fortuna.

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