I premi di cassa malati sono un problema per molte famiglie. In politica – particolarmente in campagna elettorale – sono l’occasione (obbligata) per una esplosione logorroica di comunicati, proposte, “soluzioni”, indignazioni, eccetera.

Un autentico calvario, e alla fine non si ha nemmeno più la forza di leggere.

I social sono inguardabili. “Ladri, imbroglioni, mafiosi, figli di puttana (completare ad libitum con insulti anche più coloriti)”.

La nostra personale opinione (che non conta).

  • Ha ragione Pontiggia, che argomenta: se il costo delle prestazioni in vent’anni è raddoppiato, bisognerà pur pagare la fattura con l’aumento dei premi.
  • Non sta in piedi a nostro avviso l’idea di Lorenzo Quadri. Con gli utili della Confederazione (pare che ne faccia) e della Banca nazionale riduciamo artificialmente i premi. Ma non sono forse soldi dei cittadini? Addirittura un sistema del genere tenderebbe a spingere la spesa globale verso l’alto. Senza contare che già oggi si eroga una grande quantità di sussidi.
  • Chi ha interesse a risparmiare? NESSUNO. I pazienti? Che “consumano” sanità a quattro palmenti? I medici? Vogliamo scherzare? Le casse malati? Assolutamente no, se ne fregano. Sembra quasi che spingano il popolo a consumare.

Post scriptum sulla matematica del dottor Cavalli. Con il 2% del reddito i ricchi si pagano i premi (complementari comprese). Prendiamo una coppia di coniugi che paga 20.000 all’anno (ne conosco almeno una). Se 20.000 è il 2%, il loro reddito è di 1.000.000. C’è di che essere soddisfatti! 

Il dottor Franco Cavalli, medico di alta reputazione, 77 anni, marxista, è in competizione al Nazionale con Marina Carobbio e Greta Gysin. La vox populi dice: 2 eletti per la sinistra.

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Come annunciato ieri, in media i premi in Svizzera aumenteranno di poco a fronte di una leggera diminuzione dei costi sanitari nel 2018, mentre in Ticino l’aumento sarà nuovamente di ben il 2,5%!

Anche se sappiamo che purtroppo la trasparenza dei conti delle Casse Malati è praticamente nulla, questo maggior aumento in Ticino si spiega probabilmente con il fallimento della pianificazione ospedaliera, la presenza da noi di molte più cliniche private che nel resto della Svizzera e con la recente esplosione del numero dei centri medici. In quest’ultimi di solito uno si presenta perché ha un problema, ma viene poi fatto vedere ad una serie di specialisti, ciò’ che aumenta di molto la fattura.

Al di là di questi aspetti che potranno e dovranno essere controllati con cambiamenti drastici a livello di legislazione federale, i premi di cassa malati avevano raggiunto già un livello inaccettabile ben prima di oggi. In Ticino essi rappresentano per la maggioranza della popolazione ben il doppio di tutte le imposte (comunali, cantonali, federali) sommate. E già sappiamo che i costi quest’anno quasi sicuramente aumenteranno maggiormente che nel 2018. E allora, usate le riserve, l’anno prossimo ci aspetterà la solita stangata.

È veramente ora di cambiare sistema. L’unica soluzione è la cassa malati unica con premi proporzionali al reddito e alla sostanza. Così spariranno gli innumerevoli salari milionari di tanti capi di Casse Malati e finalmente, come in tutto il resto del mondo civile, anche da noi finirà la cuccagna degli straricchi, che pagano lo stesso premio dell’operaio. Da noi ora il ceto medio-basso spende il 16-18% per i premi, mentre per il 20% più ricco della popolazione la proporzione (comprese le assicurazioni complementari) scende al di sotto del 2%: un’ingiustizia madornale, che rafforza ogni giorno la creazione di due sistemi sanitari: uno per i ricchi e l’altro per i poveri.

Franco Cavalli