Le risposte sono arrivate oggi, dopo un intervallo abbastanza lungo. Suppongo che Michela abbia voluto farmi un regalo di compleanno. Una cosa di cui il PLR può andare fiero sono le tre candidature femminili. Oltre a Pfyffer, Natalia Ferrara e Karin Valenzano Rossi.

Giudico la sua intervista eccellente, anche se le sue risposte non coincidono esattamente con quelle che avrei dato io.

Un’intervista di Francesco De Maria.

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 Francesco De Maria  Il 1° agosto il PLR ha detto Sì alla congiunzione della lista con il PPD. È un passo che lei approva? Perché?

Michela Pfyffer  È una reazione politica e pragmatica alle altre congiunzioni di destra e di sinistra. Insieme possiamo e dobbiamo difendere meglio le idee del centro e uno stile politico costruttivo, basato su una politica della concordanza piuttosto che della polemica.

È una risposta al cambiamento storico che ci chiede di guardare verso il futuro, sempre nel rispetto del passato che però non deve essere un freno all’evoluzione dei tempi.

Giudica questa mossa elettoralmente vincente? Per il PPD? Per il PLR? Per entrambi i partiti?

Non posso che sperare che lo sia per entrambi i partiti. Ovviamente saranno gli elettori a deciderlo. Mi auguro comunque che anche i più scettici riescano ad andare oltre le questioni ideologiche perché, diversamente, rischieremmo di perdere tutti. E questo non dobbiamo permetterlo.

Qual è il fondamento politico del Partito liberale radicale? Mi citi gli elementi che ai suoi occhi sono i più importanti. La congiunzione lo mette in pericolo?

Mi piace ricordare, perché ne sono pienamente convinta, che siamo liberi perché siamo responsabili. La libertà d’espressione, d’intraprendere, ma anche quella di muoversi all’interno di uno spazio che va al di là dei nostri confini: una libertà essenziale per tutti noi, che richiede un grande senso di responsabilità individuale. La coesione della nostra società, fatta di coerenza e di adesione ad un progetto che va oltre i personalismi e gli interessi individuali. Una società capace di progredire coinvolgendo i cittadini ad un progetto di sviluppo basato sui nostri valori. Infine, il motore del progresso è la nostra capacità di innovare senza distruggere tutto quello che è stato costruito dalle generazioni precedenti ma adattandolo al mondo di oggi.

Il centro gioca un ruolo essenziale nella coesione nazionale: cerca di raggruppare piuttosto che di dividere. La congiunzione non chiede a nessuno di rinuciare ai propri valori, anzi… è proprio perché abbiamo questi valori che possiamo fissarci degli obiettivi comuni con il PPD, con i verdi liberali e non invece con altri partiti.

Come vede l’elezione al Consiglio degli Stati, tra centro (Merlini, Lombardi), sinistra (Carobbio, Gysin) e destra (Ghiggia, Chiesa)?

La vedo chiaramente con l’elezione di Merlini e Lombardi

Greta Thunberg grida ad altissima voce “la terra brucia!”. Lei ci crede?

Credo che il riscaldamento climatico sia un’evidenza per tutti noi, soprattutto nel nostro Paese, che si riscalda molto di più della media mondiale e dove gli effetti sono visibili e spettacolari. Credo altresì nell’evidenza scientifica che lo correla alle emissioni di CO2 e nell’autorevolezza dell’IPCC. Rispetto a Greta Thunberg sono molto più scettica, soprattutto dopo il suo intervento a New York che secondo me è stato contro producente. Dall’allertare l’opinione pubblica dobbiamo passare all’azione e tutti noi abbiamo il potere di farlo, a tutti i livelli: istituzionale, aziendale e individuale.

I liberali radicali sono “verdi” da sempre, oppure sotto la presidenza Gössi c’è stata una vera svolta?

La “coscienza ecologica” è innanzitutto un senso di responsabilità nei confronti dell’ambiente che in Svizzera molti di noi hanno indipendentemente dalla loro appartenenza politica. Petra Gössi ha lavorato molto per portare questo tema tra le nostre priorità politiche, affrontiamolo con pragmatismo ed in modo efficace.

Lei approva l’imposizione di una tassa “per fini ecologici” sui biglietti aerei?

Meglio incentivare l’utilizzo di mezzi di trasporto che emettono meno CO2. Tuttavia la maggiorazione dei prezzi sui biglietti aerei, se letta come incentivo a far riflettere e a responsabilizzare gli utenti, è senz’altro una misura che può contribuire ad ottenere un risultato … se si aggiungesse in parallelo un incentivo sul trasporto su rotaia l’effetto potrebbe amplificarsi.

I socialisti non si stancano di proporre una cassa malati unica per tutto il Paese. Sarebbe un progresso o sarebbe un disastro?

Non è eliminando la concorrenza e con la statalizzazione che si potrà risolvere il problema dell’aumento dei premi.

Peraltro, sarebbe estremamente complicato da implementare: dovremmo smantellare aziende private che in decenni di esperienza hanno sviluppato un know-how, per ripartire da capo. Per risolvere e frenare l’aumento dei premi bisogna piuttosto lavorare sui costi, prezzi e volumi, questi ultimi in continua esplosione. Attiviamoci per ridurre doppioni, esami inutili e regolamentare in maniera differente le prestazioni ambulatoriali. Altre cose ancora andrebbero fatte, ma non è questa la sede per approfondirle.

L’accordo quadro con l’UE che effetti potrebbe avere sul sistema sanitario svizzero? Profondi? Limitati? Minimi?

Il nostro sistema sanitario ha importanti interazioni con il mercato economico e del lavoro dell’UE. Si pensi al reclutamento di personale infermieristico, medico e paramedico che altrimenti sarebbe difficile trovare in Svizzera. Anche in quest’ambito dunque, come in molti altri, rinunciare all’accordo quadro sarebbe una scelta penalizzante per il nostro Paese. Meglio se venisse rivisto in qualche punto.

Come vede il nuovo capo del DSS Raffaele de Rosa? Ha già avuto contatti con lui?

Il tempo trascorso dalla sua elezione è troppo poco per avere elementi concreti a supporto di quella che potrebbe essere una mia prima impressione. Preferisco attendere fiduciosa che, per quel poco che lo conosco, e per quanto in suo potere, agirà nell’interesse del nostro sistema sanitario. Mi lascerò sorprendere nei prossimi mesi dandogli ovviamente la mia fiducia.

Lei si aspettava che tra Cardiocentro ed EOC scoppiasse la pace? Aveva previsto gli sviluppi della vicenda? La soluzione concordata è buona?

Un epilogo legalmente annunciato. Mi chiedo perché si siano alimentate tante polemiche che già in partenza si sapeva sarebbero finite in nulla. Manovra politica? Beh ormai è acqua passata. Guardiamo al futuro e preoccupiamoci di continuare a garantire l’eccellenza in ambito cardiologico fino ad oggi assicurata a ticinesi, e non solo, dal Cardiocentro.

Esclusiva di Ticinolive