L’ex europarlamentare del Popolo della Libertà, Lara Comi, 36 anni, è stata arrestata per corruzione.  Assieme a lei, finiscono in manette l’ad dei supermercati Tigros Paolo Orrigoni, e il dg di Afol Metropolitana Giuseppe Zingale. Quest’ultimo, in carcere, i primi due ai domiciliari.

L’operazione d’indagine “Mensa dei Poveri” ha intercettato le telefonate dell’europarlamentare, finendo per accusare lei e i suoi colleghi di corruzione, finanziamento illecito e truffa.

“Oggi io dirò che non ho mai preso 17k, non ho mai avuto consulenze con Afol, nè a società a me collegate che non esistono… Se michiedono perché dicono questo, posso dire che eri tu che facevi loro consulenza” così dice Lara Comi in una telefonata intercettata mentre parla con l’avvocato Bergamaschi, sua collaboratrice.

Fa riferimento ai 17mila euro che avrebbe ottenuto da Afol, nel 9 maggio scorso. L’ordinanza cautelare che porta l’ex europarlamentare ai domiciliari, scrive che Lara Comi “nonostante la giovane età ha mostrato nei fatti una non comune esperienza nel fare ricorso a diversi, collaudati schemi criminosi volti a fornire una parvenza legale al pagamento di tangenti, alla sottrazione fraudolenta di risorse pubbliche e all’incameramento di finanziamento illecito”.

L’indagata Comi avrebbe ampliato la sua sfera di popolarità previa l’appropriazione illecita di denaro, come indagato dal gip di Milano, Raffaella Mascarino.

Poi c’è Nino Caianello, presunto “burattinaio” del sistema di mazzette architettato dagli indagati, che avrebbe anche insultato la Comi dandole della “cretina” parlandone con Zingale, che gli rispondeva “il 17 già liquidato, 21 gli (=le) ho fatto il contratto”.

Non è indagato inveceil coordinatore nazionale di FI Giovani, Bestetti, chiamato però, assieme a Tatarella, da Paolo Orrigoni uno dei due suoi “figliocci milanesi” che stanno già superando il papà.

Un’inchiesta che getta un’impietosa luce sullo sporco retro della politica italiana.