2020

Mi aspettavo la candidatura sulla lista UDC-Lega di Brenno Martignoni, che fu due volte sindaco della Capitale, prima per il PLR e poi per “il Noce”. Ma, naturalmente, dovevo attendere che la notizia divenisse ufficiale.

Non ci conosciamo profondamente ma devo confessare che Brenno mi piace: per la sua indipendenza di giudizio, per il suo anticonformismo, per la sua poca voglia… di obbedire.

L’occasione di fargli una scoppiettante intervista non me la sono lasciata scappare.

* * *

Francesco De Maria  Lei è già stato sindaco della capitale per due legislature. Che cosa la spinge a scendere nuovamente in campo?

Brenno Martignoni  La “sacra fiamma”. Quello spirito di servizio che mi ha sempre spinto a mettermi a disposizione attivamente e con passione della collettività.

Che cosa ricorda di quegli anni?

Le importanti svolte nelle rigide logiche partitiche che cominciavano a fare acqua di fronte a inarrestabili spinte popolari che chiedevano di dare anzitutto spazio alle persone e alle loro idee, piuttosto che alle compagini politiche precostituite.

Come è nato e come si è sviluppato il suo conflitto con il PLR ?

Si inserisce nel processo sopra descritto. Il Partito, fino a quel momento, aveva sempre disposto in Città. I suoi organismi direttivi non hanno saputo accettare l’elezione del suo candidato non ufficiale a Sindaco.

Pensa di avere sbagliato qualcosa?

È chiaro che se mi fossi supinamente sottomesso ai voleri degli allora dirigenti partitici, non avrei avuto il percorso pubblico che ne è poi seguito. Di principio, guardo sempre e solo avanti, traendo insegnamento dal passato.

Come mai Bellinzona, tuttora a maggioranza PLR, ha un sindaco socialista?

Perché nel 2012, tutti gli schieramenti si erano imposti di perseguire il solo obiettivo di cambiare il Sindaco. Il PLR non aveva il candidato alternativo. Ha così preferito appoggiare quello socialista, pur di escludere IL NOCE. E così è stato.

Lei è ancora, in qualche forma, liberale o è diventato populista?

Se risalgo ai miei debutti giovanili in GLRT, ritrovo i modi e le idee che porto avanti tuttora. Una politica aperta, equilibrata verso le diverse sensibilità liberali e sociali.

Un liberale può correre per l’UDC?

Nella misura in cui ne condivide i princìpi e li fa propri sul fronte, certamente.

Un UDC può essere liberale?

“I migliori UDC sono tutti ex liberali.” Me lo disse tempo fa un ex collega confederato, ora anche lui UDC (SVP).

Il suo movimento, IL NOCE, esiste ancora?

Il Noce, albero, quello in piazza davanti al Municipio, è vivo e vegeto e sta lì dov’è! Il Movimento, libero e indipendentista IL NOCE, invece, molto radicato sul territorio fin dalla sua costituzione, ha trovato il suo sbocco naturale nell’Unione democratica di centro. L’unico partito che si batte con tenacia per la sovranità e l’indipendenza del nostro Paese.

Mai come ora anche Bellinzona ha bisogno di presidiare le sue mura. Di difendere con intelligenza le sue conquiste. Riaffermando le sue vocazioni a misura di cittadino e le sue sensibilità rivolte a una socialità amica. Non a caso la gente nel 2001 ha bocciato la vendita delle AMB e la rivolta delle Officine del 2008 è fieramente partita dal cuore della Capitale!

Religiosi e laici in buona armonia. Con il vescovo Pier Giacomo Grampa e l’arciprete Pierangelo Regazzi

Pregi e difetti, forza e debolezza della nuova Bellinzona. La ascolto.

È stata un’operazione a tavolino. I territori aggregati, facenti capo per lo più a reggenze PLR, voleva dimostrare di essere in grado di realizzare il progetto in breve tempo. Per alcuni Comuni (ora Quartieri), era effettivamente una necessità. Per altri, invece, dove era ancora possibile formare Municipi e Consigli comunali è stata una accelerazione imposta.

Il rovescio della medaglia, troppo poco evocato sinora, è la “deriva” dei Comuni aggregati, trasformati in quartieri, con potenziali perdite di specificità e capillarità territoriali. Già solo per la drastica riduzione di Municipali e Consiglieri comunali con contestuali ripercussioni su servizi e territorio. La nuova Bellinzona deve essere sinonimo di miglioramenti tangibili, non già conclamare crescite numeriche, per dimostrare semplicemente di essere più grandi. La quantità non deve andare a scapito della qualità.

Le future officine a Castione: una decisione delle FFS, del Cantone, della Città. Giusta o sbagliata?

Non condivido la scelta. È stato fatto rientrare dalla finestra quello che le Ferrovie non erano riuscite a far passare dalla porta. La lotta degli operai, scesi in sciopero, e della Svizzera italiana intera, con una protesta nazionale, avrebbe meritato ben altro epilogo. Questa prospettiva ha tradito le maestranze e la popolazione. Senza ancora conoscere quali attività verranno svolte a Castione, già sembra ci si stia spartendo il comparto dell’attuale Officina. Fa pensare a qualcosa di premeditato. Il sito produttivo avrebbe dovuto essere rilanciato con nuovi contenuti, non necessariamente legati al traffico ferroviario. Come lo sviluppo e la fabbricazione di autobus a metano da immettere sui nostri mercati, sull’esempio del Sud della Spagna.

La recente elezione al Consiglio degli Stati ha avuto un esito sorprendente (o scioccante). La pressione degli “estremi” (termine che disapprovo) ha fatto scoppiare il “centro”. Il declino dei cosiddetti Partiti Borghesi è inarrestabile?

Direi piuttosto che le operazioni opportunistiche prive di condivisioni di contenuto non trovano automaticamente l’appoggio popolare.

Che cosa pensa della personalità e della vittoria di Marco Chiesa?

È stato un chiaro segnale a favore dello stare tra la gente e della vocazione vincente della politica a misura di cittadino.

Guardiamo per un momento verso sud. Un giovane politico, che poteva anche diventare sindaco, improvvisamente ha deciso di lasciare. Una decisione avventata, bizzarra?

Non conosco le ragioni profonde della rinuncia. Per esperienza, so che arriva un momento in cui non è più possibile convivere con forze che continuano a remarti contro. Specie, se sono del tuo colore.

I Verdi, dopo la travolgente vittoria, pretendevano il seggio in Consiglio Federale, ma sono rimasti con un pugno di mosche. Cassis si è salvato abbastanza facilmente. I Verdi, in Svizzera, cresceranno ancora?

Le stagioni politiche sono impenetrabili. Solo il tempo ci dirà se il cambiamento è veramente epocale, come sostengono alcuni osservatori.

La “svolta” di Petra Gössi riuscirà a convogliare sul PLR la prorompente “voglia di verde” che pervade l’Elvezia?

Non credo. Il profilo del PLR non diventa più attrattivo, con semplici proclami estemporanei della sua presidenza.

A proposito di Cassis, come valuta la sua gestione del rapporto con l’Unione europea?

Non ho ancora visto finora ferma determinazione. Parafrasando Niccolò Machiavelli, è chiaro che gli uomini si devono o vezzeggiare o spegnere, le vie di mezzo sono sempre pericolose.

La Svizzera a breve (diciamo entro uno o due anni) firmerà il cosiddetto Accordo quadro?

Non sia mai, per carità! Sarebbe una mossa imperdonabile.

Finiamo con l’essenziale. Con quale probabilità l’UDC bellinzonese conquisterà un seggio in municipio?

La votazione per il municipio segue le logiche del sistema proporzionale. La grande sfida consiste nel fare quoziente, ottenendo quanti più voti di scheda possibili.

E, se fosse lei l’eletto, che cosa dirà al sindaco Branda (tutti dicono che sarà lui)?

Eccomi qui. #Brennoisback!

Esclusiva di Ticinolive