MOZIONE

Covid-19 e sostegno delle piccole imprese di persone ticinesi

Richiesta
Con la presente mozione chiediamo al lodevole Consiglio di Stato di volersi attivare celermente per fornire un sostegno alle e ai titolari di imprese di persona (segnatamente ditte individuali, società in nome collettivo e società in accomandita semplice) i quali, nel quadro delle misure di sostegno all’economia connesse alla pandemia Covid-19, non beneficiano attualmente di possibilità indennità per perdita di guadagno. Questo aiuto idealmente dovrà essere sussidiario agli strumenti messi in atto dalla Confederazione

Motivazione
La pandemia Covid-19 ha pesantemente colpito la nostra società, sia per quanto riguarda la salute pubblica, sia per le ripercussioni sull’economia e i posti di lavoro. L’UDC ha sostenuto l’azione del Consiglio di Stato perché si è rivelata adeguata, proporzionale e soprattutto coraggiosa. L’Esecutivo cantonale ha dimostrato convinzione e fermezza verso Berna nel rivendicare la necessità di gestire in modo più restrittivo la crisi, situazione che ha permesso di imporre uno stop all’economia e provocare un’importante attenuazione dei contagi. La crisi sanitaria non è certamente risolta, ma i risultati premiano l’azione del Governo e in particolare la disciplina e il rigore dei ticinesi.

La nostra economia ha beneficiato dell’importante piano di azione promosso dal Consiglio federale. I crediti erogati a favore delle aziende e il lavoro ridotto si stanno rivelando strumenti adeguati, seppur molto ci sarà da fare per rilanciare l’economia appena una riapertura graduale delle attività sarà possibile.

Una categoria di lavoratori è però stata dimenticata del Consiglio Federale, gli indipendenti e più in generale le cosiddette imprese di persone. Si tratta segnatamente delle ditte individuali, delle società in nome collettivo o ancora delle società in accomandita. Particolarmente toccate dall’attuale situazione sono quelle imprese che non hanno subìto l’obbligo di chiusura da parte del Governo cantonale, ma che di fatto hanno accusato un’importante riduzione del lavoro e di conseguenza delle entrate.

Il tema è certamente noto al Consiglio Federale, ma da Berna le risposte promesse a questa categoria tardano ad arrivare e forse non arriveranno mai. A titolo di paragone, per questo motivo le Autorità del Canton Vallese il 9 aprile 2020 hanno varato un progetto “Indemnitées pour indépendants et autres personnes sans mesures” che riconosce un’indennità immediata agli indipendenti e ai proprietari di PMI.1 Tale aiuto è fondamentale per tutte quelle piccole imprese che animano l’economia del Canton Vallese e che altrimenti rischierebbero di sparire, perdendo con esse anche i numerosi posti di lavoro da loro generati.

Nel nostro Cantone il problema si pone allo stesso modo, anzi, forse in maniera più accentuata proprio per le maggiori restrizioni all’economia imposte dal Consiglio di Stato.

Siamo a conoscenza di numerose piccole attività economiche che non hanno ricevuto un ordine di chiusura dell’attività ma che di fatto, proprio perché l’economia è ferma, non hanno possibilità di esercitare.

Siamo sinceramente preoccupati per il futuro di queste piccole imprese, che come tutte le altre sono normalmente chiamate a contribuire con i vari oneri sociali e con le imposte, ma che in questa particolare situazione non possono beneficiare di alcun sostegno.

Vi è inoltre una palese disparità di trattamento connessa alla forma giuridica dell’impresa. Quando questa è svolta nella veste di una persona giuridica, lo strumento del lavoro ridotto è concesso anche all’imprenditore salariato e azionista. Questo a prescindere dalla chiusura di attività per ordine delle disposizioni del Consiglio federale e/o del Consiglio di Stato. Se l’impresa viene invece svolta come ditta individuale o società di persone, l’imprenditore può attualmente richiedere l’indennità per perdita di guadagno solo qualora la chiusura sia stata decretata dall’esecutivo federale o cantonale. Tassisti, idraulici, artigiani, fisioterapisti e altri piccoli imprenditori la cui cifra d’affari è crollata a seguito delle norme di lockdown pur non essendo formalmente preclusi dall’operare sono in questo momento lasciati senza alcuna rete di protezione, benché negli anni siano stati chiamati a finanziare la rete sociale che sta aiutando gli altri imprenditori e salariati.

Con questa lettera aperta invitiamo il Consiglio di Stato a volersi attivare celermente e con altrettanto coraggio per fornire una risposta all’importante categoria economica delle imprese di persona, per esempio ispirandosi al modello del Canton Vallese recentemente presentato. Questo aiuto idealmente dovrà essere sussidiario agli strumenti messi in atto dalla Confederazione.

A complemento informiamo che i rappresentanti UDC alle Camere federali si attiveranno per chiedere al Consiglio federale il riconoscimento della misura cantonale, in conseguenza all’ordinanza del Governo federale che ha permesso al Ticino di adottare misure più restrittive all’economia.

Richiamiamo inoltre le quattro mozioni presentate dal nostro Gruppo in Gran Consiglio il 21 marzo 2020 che propongono sgravi fiscali per il ceto medio, per le persone giuridiche e per gli indipendenti, cosi come la proposta di incentivare le assunzioni di personale residente.

Per il Gruppo UDC, Paolo Pamini