di Fiorenzo Dadò, Bixio Caprara, Maurizio Agustoni e Alessandra Gianella
presidenti e capigruppo parlamentari PLR e PPD

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Visto che siamo al mondo per criticare, incominciamo dal criticare i due partiti di centro (adesso si dice così), che se ne escono sulla Regione nel giorno stesso in cui il governo deve formalizzare la decisione, che Manuele Bertoli, astutamente, ha già diffuso urbi et orbi una settimana prima..

Agli occhi di molti la mossa odierna avrà l’aspetto di un gesto puramente dimostrativo, vano. Pare (lo abbiamo sentito) che Vitta e de Rosa abbiano “richiesto la discussione in Consiglio di Stato”. Chissà come sarà andata. In linea teorica (considerate le posizioni dei due presidenti) dovrebbe essersi trattato di una decisione 3 a 2, con i leghisti a dar man forte a Bertoli. Ma è dubbio anche questo.

Quanto alla decisione in sé continuiamo a giudicarla sbagliata. Organizzare gli esami era impegnativo ma si poteva e si doveva fare. Bertoli ha assunto una posizione minimalista e rinunciataria, e per farla passare ha giocato d’anticipo. La sua volontà ha prevalso.

La vicenda ha anche un vago sapore “sessantottino”. Ricordate il “sei politico”? Noi, a cinquant’anni di distanza, non l’abbiamo dimenticato. Che fortuna essere vecchi! (anche se a rischio…)

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DADÒ CAPRARA AGUSTONI GIANELLA  L’ipotesi di annullare gli esami finali di maturità liceale ventilata negli ultimi giorni ci lascia molto perplessi. Vediamone alcuni motivi.

Primo. La maturità è un appuntamento importante nel percorso formativo dei nostri giovani. La stragrande maggioranza di chi frequenta il liceo si prepara agli studi accademici. Concludere la formazione liceale con gli esami consente di vivere un’esperienza preziosa in funzione dei successivi appuntamenti caratterizzati da un susseguirsi di esami.

Si acquisisce la capacità di pianificare il proprio studio in modo autonomo e responsabile, si impara a gestire le proprie emozioni nell’esporre le competenze e le conoscenze acquisite. Banalizzare gli esami a mo’ di rito non è rispettoso nei confronti della scuola quale istituzione così come manda un pessimo segnale agli studenti. Non tiene neppure la spiegazione che tanto non boccia più nessuno; oppure si pensa che visto che agli esami finali di medicina i bocciati sono rari tanto varrebbe abolirli?

Secondo. Ci è stato detto che la scuola nelle sue molteplici componenti, in particolare docenti e allievi, si è molto impegnata per assicurare la formazione a distanza in queste ultime settimane. Se così è stato, e non abbiamo motivo di dubitarne, allora vi sono le premesse qualitative per preparare una verifica di quanto acquisito in quest’ultimo scorcio scolastico ma soprattutto nei tre anni e mezzo precedenti. Perché non premiare questo impegno con una risposta istituzionale altrettanto responsabile?

Terzo. Nasce l’impressione che la rinuncia è stata decisa in modo frettoloso e prematuro in un momento in cui la crisi pandemica non dava grandi segnali di rallentare. Magari per il timore, senz’altro giustificato, di dover interrompere le prove a metà. Non si potrebbe prevedere almeno un paio di scenari alternativi?

Se la curva pandemica rimane sotto controllo, gli esami si potrebbero svolgere regolarmente nel rispetto delle distanze sociali visto che gli spazi non mancano di certo. Nella denegata ipotesi contraria, non rimarrebbe ovviamente che l’annullamento degli esami senza ovviamente penalizzare gli allievi e riconoscendo loro le note acquisite. Ma perlomeno avrebbero fatto il percorso di preparazione in modo serio e corretto quasi fino alla fine. Semmai per limitare i rischi ci si potrebbe chiedere se non ridurre e semplificare un po’ limitandosi magari ad alcune materie. In fondo è quanto è stato deciso per le prove di maturità dei privatisti i cui esami finali sono stati mantenuti.

Quarto. Anche quest’ultima osservazione presenta un’evidente disparità di trattamento tra privatisti e liceali che convince poco. Se esiste un problema sanitario nello svolgere gli esami allora questo dovrebbe toccare tutti allo stesso modo. Dunque ripetiamo che organizzare un esame scritto nel rispetto delle distanze sociali non sembra essere un problema insormontabile visto che il Ticino in prossimità delle diverse sedi liceali offre palestre, padiglioni espositivi e palazzetti che offrono alternative certamente praticabili.

Il Governo durante la crisi ha richiamato più volte i cittadini ad assumere un comportamento responsabile, auspichiamo che la scuola faccia altrettanto.

pubblicato oggi sulla Regione