Oggi abbiamo deciso di presentare ai nostri lettori amanti dell’arte la pittrice e scultrice ticinese Daniela Rebuzzi, che ha esposto soprattutto in Italia e in genere all’estero ma vorrebbe essere meglio conosciuta anche in patria. Le sue opere – ne abbiamo scelte alcune per voi – le potete ammirare qui. Arte “concettuale, dimensionale e filantropica”: è detto con le sue stesse parole.

Un’intervista di Francesco De Maria.

Francesco De Maria  Come si divide la sua vita tra arte e professione?

Daniela Rebuzzi  Come donna dover conciliare la vita privata, professionale e artistica è sicuramente un grande impegno, ma come citava Erasmo da Rotterdam: “In ogni attività la passione toglie gran parte della difficoltà”. D’altronde le donne nel ventunesimo secolo hanno imparato ad essere multitasking!

Quali sono state le tappe più significative della sua carriera artistica?

In termine di visibilità sicuramente quando ho iniziato a pubblicizzare la mia attività artistica attraverso i sociale nel mio sito internet come pure quando, durante una mostra collettiva in Italia, un mio quadro è stato selezionato quale migliore opera da parte del critico Vittorio Sgarbi. Inoltre quando uno spettatore carpisce il concetto che desidero esprimere attraverso le mie creazioni, l’emozione che mi appaga sancisce una nuova tappa della mia carriera artistica.

Dualità

Lei è pittrice e scultrice. Quali tecniche e quali materiali usa?

Per la realizzazione di sculture utilizzo il bronzo con il metodo a cera persa. Per i quadri, dove il gesto e la materia sono uno dei punti chiave da cui si dirama la mia arte, dipingo prettamente con i colori a olio e spesso frammento la tela per poi successivamente ricomporla in disparati assemblaggi. Spesso confluisce anche la parola in foggia di scrittura sulla scia di far emergere il concetto delle mie creazioni.

A chi affida la realizzazione delle sue sculture in bronzo?

Affido la realizzazione delle mie sculture in bronzo alla Fonderia Perseo SA di Mendrisio. Da diversi anni mi avvalgo della loro collaborazione in quanto ritengo importante , per la buona riuscita di un opera, un valido supporto tecnico e professionale.

Soffio (tra gli irretimenti)

Definisca con 3 aggettivi le caratteristiche della sua arte.

Concettuale, dimensionale e filantropica.

Lei ha viaggiato molto e i viaggi sono per lei essenzialmente scoperta culturale. Quali paesi hanno stimolato di più la sua arte?

Il mio universo personale viene ampliato grazie alla mia passione per i viaggi che sono un vero percorso interiore, tracciato spesso in solitaria, per entrare in comunione con i luoghi e le culture incontrate; una sorta di studio che successivamente, dai miei taccuini, si traduce in arte. Le mete che hanno segnato in particolare la mia arte sono sicuramente il Mexico, l’india, la Siberia, l’Africa e i viaggi culturali in tutta Italia.

Gli sguardi del cuore

C’è della filosofia, o dell’esoterismo nella sua pittura?

Forse più che filosofia ed esoterismo, dalle mie opere desidererei trasparissero dei concetti che si ispirano alla filosofia sciamanica. Un mio percorso spirituale che si delinea con il legame intimo ed esistenziale con la Natura e tutti gli esseri viventi in un mondo armonioso e di grande rispetto.

Che cosa pensa di Vittorio Sgarbi e di Philippe Daverio, grandi personalità ben note anche a Lugano?

Philippe Daverio, stimato storico dell’arte, l’ho conosciuto a una Biennale organizzata a Palazzo Gonzaga a Montava a cui avevo preso parte. Con Vittorio Sgarbi, che conosco da anni, ho partecipato a svariate mostre in Italia curate o presentate da lui personalmente. E’ sicuramente un illustre critico d’arte dotato di una grande sensibilità artistica, che stimo per il suo impegno nella divulgazione e nella preservazione della bellezza artistica in Italia e nel mondo.

L’angelo le ali della solitudine

Ho letto il suo curriculum e ho notato che la sua attività espositiva è stata molto più intensa in Italia che non nel Ticino. Come mai?

La mia espansione artistica è avvenuta principalmente in Italia e in città straniere (Berlino , Parigi, Londra, New York…). Ho avuto più proposte dall’estero che non in terra natia, ma evidentemente sarei molto lusingata di poter far conoscere la mia arte nella terra che mi appartiene: il Ticino.

Della sua arte si discute e si parla?

Negli ultimi anni ho avuto diverse recensioni da critici italiani come pure un paio di pubblicazioni e interviste su diverse riviste d’arte tra cui la più importante, il mensile ARTE Mondadori.

Con grande soddisfazione sono stata inserita tra i pittori contemporanei sia sul Catalogo del!’Arte Moderna (CAM) edito Mondadori che sull’Atlante del!’Arte Contemporanea De Agostini che è stato appena presentato al MAXXI di Roma. Ho collaborato altresì alla pubblicazione di diversi cataloghi per promuovere la donna nell’arte.

Durante il lock down ho partecipato al Format televisivo “Arte in quarantena” del TGCOM 24. Un’esperienza senz’altro alternativa che è riuscita a raggiungere lo spettatore anche se non direttamente, dando la possibilità all’arte di espandersi e dimostrare la sua forza.

La connessione con il tutto

Lugano è una città amica dell’arte… e degli artisti?

Lugano ha una sua vivacità artistica a livello di Musei e Gallerie d’arte. Ciononostante andrebbero, a mio parere, intensificati gli stimoli per quanto riguarda i giovani artisti e la fascia degli emergenti. Le iniziative di mostre collettive o manifestazioni culturali per dare spazio agli artisti autoctoni, mi porterebbero a sentire Lugano, ancora più amica dell’ arte .

Il LAC esiste da quasi cinque anni. Come valuta il livello delle sue mostre in questa fase iniziale? Qual è sata la sua preferita?

li LAC è sicuramente a Lugano un polo importante per l’arte. Gli spettacoli sono molto interessanti e le mostre che ho potuto visitare in questi anni sono valide e curate con molta professionalità. Fra queste potrei citare quelle che mi hanno maggiormente colpito: Picasso,Magritte, Paul Signac e i capolavori della Fondazione Gottfried Keller dove ricordo con fervore il trittico di Giovanni Segantini “La vita, La natura e La morte” .

Lei esporrà a Dubai, all’Expo mondiale  2021, posticipata di un anno a causa della Pandemia. Ci parli di questa importante avventura e ci descriva le opere che presenterà.

Da molti anni collaboro con un altro critico italiano, il Professore Gianmarco Puntelli per varie iniziative espositive. Due anni fa ha curato un’esposizione a Roma dal titolo “Pace e Amore” alla Grande Moschea di Roma, la più grande d’Europa, alla quale ho partecipato. Un evento per il dialogo fra le culture e religioni; un incontro per la Pace. Le Ambasciate Arabe di Roma che avevano organizzato la mostra, tra cui gli Emirati Arabi, durante l’esposizione hanno inoltre selezionato degli artisti che avrebbero partecipato a Expo 2020. Così è nata la mia avventura che mi vedrà in terra Araba alla fine del prossimo anno. Per questo importante avvenimento ho presentato una serie di nuove opere che spero vengano approvate nei prossimi mesi da una commissione di critici direttamente a Dubai.

The power of love

Al di là di Dubai, quali sono i suoi progetti nel breve-medio termine?

Per quest’anno, anche se alcuni appuntamenti hanno subito delle posticipazioni a causa della pandemia, esporrò alla galleria di una nota Fondazione lombarda, in una galleria di Torino, in una collettiva a Massa Carrara, e a fine anno alla Biennale di Roma. Sempre nella capitale italiana a settembre, salvo ulteriori cambiamenti di data, presenzierò alla Camera dei Deputati per la presentazione degli artisti selezionati per Expo 2021 a Dubai.

Usciranno inoltre in contemporanea altri cataloghi d’arte editi da Mondadori: “Arte in cucina”, “Profili d’artista” e il volume “Focus Enciclopedico” che sarà presentato in venti musei d’arte contemporanea fra i più importanti al mondo.

Concludo con una domanda scontata, probabilmente banale. Ha creato un’opera ispirata al Coronavirus?

Personalmente la mia attività artistica in questo periodo ha subito notevoli sollecitazioni e la produttività è stata molto proficua. Al momento sto concludendo un quadro dedicato proprio al Covid-19 e in questi giorni sto lavorando a un progetto scultorio in bronzo sempre legato alla pandemia.

Esclusiva di Ticinolive