Il 20enne 
Kujtim Fejzulai, con doppia cittadinanza austriaca e macedoneera noto alle autorità come simpatizzante dello Stato islamico. È stato ucciso dalla polizia austriaca dopo l’attacco avvenuto al centro di Vienna.

Accompagnato da un uomo, Fejzulai si era recato a luglio nella vicina Slovacchia viaggiando con un’auto intestata alla madre di un islamista noto alla polizia. Avrebbe tentato di acquistare munizioni adatte per un fucile d’assalto Kalashnikov AK-47 usato poi durante l’aggressione, ma non producendo la licenza di porto d’armi, l’acquisto sarebbe fallito. Le autorità slovacche informarono tempestivamente della vicenda le loro controparti austriache.

Fejzulai era stato condannato il 25 aprile 2019 a 22 mesi di detenzione in una prigione austriaca per aver scelto di affiliarsi ad una organizzazione terroristica in Siria dopo aver attraversato il confine turco. La pena era stata sospesa a dicembre dello scorso anno con la condizione che fosse regolarmente monitorato dai servizi di libertà vigilata e partecipasse ad un programma di de-radicalizzazione. Ma Fejzulai, che si era sottoposto al controllo totalitario della religione integralista, è riuscito a ingannare i sui mentori. 

Gli austriaci sono sbalorditi dal fatto che il tentativo di Fejzulai di acquistare munizioni quando era nota la sua affiliazione di matrice terroristica, non avesse innescato un allarme e delle conseguenze. Il ministro dell’Interno austriaco Karl Nehammer, ha ammesso una falla nel sistema di comunicazione e l’errore di aver rilasciato prematuramente una persona radicalizzata. Il ministro della Giustizia Alma Zadićha affermato di non essere stata informata dei tentativi di Fejzulai di acquistare munizioni. “Sarebbe stato un valido motivo per arrestarlo nuovamente”, ha detto Zadić scaricando le colpe al ministero dell’Interno e chiedendo uno scambio di informazioni più intenso tra glorgani di governo sulle persone considerate una minaccia alla sicurezza nazionale.

Il governo austriaco del cancelliere Sebastian Kurz, ha ammesso gli errori intollerabili commessi da parte dei funzionari dell’intelligence sui controlli del jihadista di Vienna. Eric Zwettler, capo dell’antiterrorismo LTV, è stato sospeso dal ministro dell’Interno dopo aver ricevuto le sue dimissioni. L’intelligence aveva chiesto alle autorità austriache di monitorare diversi soggetti  che avevano incontrato Fejzulai. Ma le autorità austriache non avevano cambiato la loro valutazione del rischio dell’aggressore. Le diverse segnalazioni hanno messo in evidenza una carenza dei servizi di sicurezza austriaci che avrebbero dovuto alzare lo stato di allerta.

Ieri la polizia ha fatto irruzione nelle moschee considerate colpevoli di aver favorito la radicalizzazione di Fejzulai.   Moschee che il terrorista, dopo il suo prematuro rilascio dalla prigione, aveva più volte visitato. 

Una dichiarazione della Comunità religiosa Islamica dell’Austria, ufficialmente riconosciuta dalle autorità, afferma che una moschea era già in fase di chiusura perché ha infranto le regole sulla dottrina religiosa e la legislazione nazionale che governa le istituzioni islamiche. Una comunicazione che arriva mentre l’unità germanica antiterrorismo GSC9, sta compiendo irruzioni nelle proprietà di quattro persone tedesche ritenute legate all’attentatore.

Dopo un incontro con il presidente della Comunità di fede islamica Ümit Vural, le autorità austriache hanno deciso di chiudere la moschea Tewhid a Vienna e l’associazione Melit Ibrahim. Altre moschee considerate una minaccia per la sicurezza nazionale verranno chiuse nei prossimi giorni.

Durante l’aggressione di Vienna, due uomini musulmani di origina turca che stavano parcheggiando la propria auto per andare a godersi un caffè al bar prima della chiusura per coronavirusuna donna 23enne di origine palestinese che lavorava nel McDonald’s della piazzahanno rischiato la propria vita sulla scena della sparatoria aiutando a difendere e fermare l’emorragia di alcuni feriti. Sono stati ricevuti dal sindaco di Vienna che li ha profondamente ringraziati per loro azioni. “Noi musulmani di origine turca condanniamo ogni tipo di terrore. Viviamo in Austria, siamo cittadini austriaci”, hanno dichiarato il 25enne Mikail Özen e il 21enne Recep Gültekin.

Dopo gli ultimi mortali attacchi terroristici, i musulmani tedeschi hanno voluto ieri una manifestazione di pace organizzando una sessione di preghiera di gruppo interreligiosa insieme ai cristiani ed ebrei.