La giustizia britannica ha respinto la richiesta di estradizione per il fondatore di Wikileaks Julian Assange, avanzata dagli Stati Uniti. In un clima di sollievo generale tra gli attivisti e le organizzazioni per i diritti umani, gli USA invece si dicono delusi. Oltreoceano infatti il 49enne si è macchiato del crimine di aver violato il cosiddetto Espionage Act, quando ha reso pubblici importanti documenti segreti del governo e dei militari americani. Per il suo reato rischia 175 anni di carcere.

Le motivazioni che hanno spinto la giudice distrettuale Vanessa Baraitser a prendere quella decisione sono di natura etica e non giudiziaria. Baraitser ha infatti affermato che, se le accuse venissero confermate, gli atti di Assange sarebbero severamente condannabili anche in Gran Bretagna. Tuttavia la salute mentale dell’uomo, che soffre di depressione clinica, rendono pericoloso il suo trasferimento. Secondo la giudice, Assange possiede “l’intelletto e la determinazione” per aggirare le misure di prevenzione del suicidio in vigore nelle carceri statunitensi, inoltre l’isolamento a cui sarebbe sottoposto una volta trasferito rendono un suo tentativo di togliersi la vita molto probabile.

Gli USA hanno dichiarato ufficialmente che faranno ricorso pertanto il destino del fondatore di Wikileaks rimane incerto. “Sebbene siamo estremamente delusi dalla decisione finale della corte siamo lieti che gli Stati Uniti abbiano prevalso su ogni questione di diritto sollevata. In particolare, la corte ha respinto tutti gli argomenti del signor Assange riguardanti la motivazione politica, il reato politico, il giusto processo e la libertà di parola. Continueremo a chiedere l’estradizione di Assange negli Stati Uniti” ha spiegato Marc Raimondi, portavoce del dipartimento di giustizia americano.

I legali di Assange hanno già affermato che chiederanno il rilascio su cauzione del loro cliente, motivato dai problemi di salute mentale. L’udienza è stata programmata per mercoledì. Nel caso in cui la richiesta della difesa fosse accolta, Assange sicuramente andrebbe via dall’Inghilterra. Il presidente messicano Andres Manuel Lopez ha dichiarato in una conferenza stampa che è disposto ad accogliere l’hacker: “Chiederò al ministro degli Affari esteri di adottare le disposizioni necessarie per chiedere al governo britannico il rilascio del signor Assange e perché il Messico gli offra asilo politico”.

La decisione di oggi del tribunale britannico è stata accolta positivamente dalle organizzazioni che lottano per i diritti umani come la Freedom of the Press Foundation, che ha commentato: “L’accusa contro Julian Assange è una delle minacce più pericolose alla libertà di stampa da decenni. Il verdetto rappresenta un enorme sollievo. Anche se la giudice non ha preso la sua decisione a tutela della libertà d’informazione, ma decretando essenzialmente il sistema carcerario degli Stati Uniti troppo repressivo, si tratta comunque di un risultato che protegge i giornalisti”. Di parere analogo anche l’Amnesty International.