Le due forti esplosioni avvenute nel pomeriggio del 10 gennaio nel pozzo di ventilazione della miniera cinese di Hushan, nella città di Yantai sulla costa orientale del Mar Giallo nella penisola di Shandong, hanno danneggiato e disattivato gli ascensori che trasportavano i minatori cinesi all’interno del giacimento d’oro, bloccando un gruppo di 22 persone a 600 metri di profondità sottoterra. Un’esplosione abbastanza grande da rilasciare 70 tonnellate di detriti che hanno chiuso l’ingresso del tunnel che era in costruzione.

Un operaio è morto per le ferite riportare alla testa. 10 di loro erano stati individuati una settimana dopo l’incidente dalle squadre di soccorso dopo aver udito dei colpi risuonare durante la perforazione della sezione più profonda della miniera, mentre un altro minatore è stato trovato in un’area separata leggermente più vicina alla superficie. Sono stati in contatto con il mondo esterno attraverso un lungo canale perforato parallelamente nella roccia con un diametro di 700 millimetri, dove è stata installata una linea telefonica. Hanno potuto fare affidamento così anche su cibo e medicine consegnati attraverso il canale. Essendo nuova, la miniera non ha ancora le riserve di cibo e acqua potabile sotterranee.

La preoccupazione era grande per gli altri minatori con i quali non si riusciva ad entrare in contatto dopo aver perforato diversi canali più piccoli in altre sezioni della miniera attrezzati con rivelatori di vita. Fino a quando nella giornata di ieri, i soccorritori hanno individuato e recuperato a circa 400 metri di profondità i corpi di nove minatori uccisi dall’impatto della seconda esplosione mentre cercavano di arrampicarsi fino all’ingresso della miniera per scappare.

Il giorno prima erano stati portati in sicurezza gli 11 minatori individuati, rimasti 14 giorni al buio circondati dall’acqua e dalla polvere che rendeva l’aria irrespirabile. Una volta usciti, alcuni minatori hanno unito le mani in segno di gratitudine e molti erano troppo deboli per stare in piedi. Gli sforzi sono concentrati ora per trovare segnali vitali del minatore mancante. “Finché questo lavoratore non sarà trovato, non ci arrenderemo”, ha detto il sindaco di Yantai, Chen Fei.

Gli incidenti nelle miniere sono comuni in Cina dove la sicurezza sul lavoro scarseggia e le normative sono ancora spesso applicate in modo insufficiente. In passato l’industria mineraria cinese aveva una media di 5 mila morti all’anno, il tutto per far fronte alla domanda di carbone e metalli preziosi. Una maggiore supervisione ha migliorato la situazione, che tuttavia non è ancora adeguata.

Si ritiene che la prima “inspiegabile” esplosione abbia causato la rottura del gasdotto nel pozzo. Le autorità cinesi hanno aperto un’inchiesta per capire le cause, e hanno arrestato i gestori della miniera di proprietà della società Shandong Wucailong Investment Co Ltd.