Aveva ben definito i giapponesi Zbigniew Brzezinski, politico e politologo statunitense già consigliere per la sicurezza nazionale sotto la presidenza Carter, nel suo libro “the fragile blossom” dove aveva sostenuto che i giapponesi possono trarre in inganno perché sono “prussiani di giorno e latini di notte”.

Mi è tornata in mente la definizione leggendo dalle notizie stampa della Kyodo, un’agenzia di stampa nipponica, che il Primo Ministro Suga si scusa per alcuni parlamentari, membri della Dieta per essere andati in locali (bar) con hostess, di sera, nonostante la pandemia.

Ovviamente Suga si riferisce a dei parlamentari del suo partito e della sua coalizione che sono andati a rilassarsi e divertirsi nei famosi bar con hostess della rinomata GINZA (pronuncia GHINZA), un quartiere di alto livello dei divertimenti. Per chi ha occasione di visitare Tokyo, vale la pena di vedere Ginza verso le 23.00. La città si riaccende, gli avventori lasciano i locali, sono migliaia. I giapponesi che hanno ovviamente bevuto, hanno una limousine che li aspetta o si contendono un taxi, in genere pagato dall’azienda per la quale lavorano, dando mance extra.

foto Pixabay

Non essendoci taxi per tutti si fa segno all’autista quante volte il costo della corsa sei disposto a pagare o gli mostri una busta che contiene una bella mancia. Se sei uno straniero hai poche chance che il taxi ti prenda. I conducenti sanno che i “gaijin” (gli stranieri) vivono in zone centrali. Una corsa troppo poco costosa. Loro vogliono la distanza e quindi preferiscono caricarsi i samurai giapponesi che vivono nelle periferie anche ad un’ora di distanza da Ginza.

È uno spettacolo da vedere anche perché ci si può lustrare la vista con le regine dei bar: le hostess del “mizu shobai” (commercio delle acque) che vestono magari Armani , Hanae Mori oppure negli splendidi kimono che riflettono i segni delle stagioni in cui siamo.

Andare per bar, da buoni “ latini” secondo Brzezinski è parte integrante della vita giapponese. Il bar non è solo per mangiucchiare o bere, ma una necessità per socializzare e stringere legami di lavoro. È, per la maggioranza, una vera e propria continuazione della giornata lavorativa.

Avendo vissuto per decenni in Giappone ovviamente ho avuto innumerevoli occasioni di essere invitato in questi locali da qualche tycoon.

Un’occasione soprattutto all’inizio del mio soggiorno, per me, anche per vedere e capire. Nel tempo era diventato molto meno interessante. Le hostess per fare il loro lavoro ti domandavano da dove venivi e tante altre domande noiose. A loro, si sa, non importa nulla di te, ma da brave giapponesi, fanno il loro lavoro: intrattengono.

Ebbene, venendo al dunque, il Premier Suga ha dovuto scusarsi perché la rivista Shukan Shincho ha fatto uno scoop su Jun Matsumoto, Chairman del PLD (Affair Committee) e Kiyohiko Toyama, segretario del partito di coalizione del momento.

Matsumoto dopo aver lasciato il ristornante verso le 21.00 si è indirizzato vero un bar (anzi due, uno prima dell’altro) dove è rimasto fino alle 23.00. Poi è rincasato presumibilmente con la limousine che lo aspettava.

Suga, ha pure lui la coda di paglia, è criticato. Mentre ha predicato di evitare eventi con affollamento e stare a casa, a dicembre ha partecipato ad una cena con 15 persone e poi un’altra volta mangiato in una famosa steak house. Il tutto condito da una raccomandazione ai ristoranti/bar, con scadenza 7 febbraio di ridurre gli orari di apertura (18.00-21.00 al massimo).

La politica come in altri paesi non ne esce bene. Passi per essere “latini di sera”, ma in stato di emergenza forse meglio essere “prussiani anche di sera”…

Vittorio Volpi