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Riportiamo alla prima pagina questo articolo di Vittorio Volpi pubblicato il 5 febbraio.

Yoshiro Mori, 83 anni, presidente del comitato organizzatore delle Olimpiadi di Tokyo, non ha resistito alle forti pressioni e si è dimesso dalla prestigiosa carica.

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Abbiamo scritto di recente circa le sorti delle Olimpiadi di Tokyo previste per il prossimo luglio (e le paraolimpiadi ad agosto) che sono tuttora incerte causa Covid. Sebbene, a giudicare dalle cifre, l’impatto sul Giappone è comparativamente modesto (ricordiamoci comunque che si parla di oltre 5 mila decessi). Ci sono tanti pro e contro che rendono difficile una previsione in un senso o nell’altro. Mentre politica e business votano a favore, l’opinione pubblica è fra il tiepido ed il freddo, positiva al di sotto del 20%.

C’è un personaggio influente, ovvero il Presidente del Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici totalmente a favore, il quale afferma che i giochi del 2021 si terranno senza fallo.

Il problema è la credibilità di Yoshiro Mori, 83 anni, politico di carriera. È stato persino Primo Ministro dal 2000-2001, ma data la mediocrità del personaggio, al momento delle sue dimissioni il suo tasso di popolarità era del 9%, senza precedenti.

Numerosi i suoi passi falsi nei suoi interventi: da macchietta. Ciononostante ciò nel 2014 è stato eletto alla carica attuale, visti i tempi grami, ed è ricascato su battute da cabaret, non da uomo politico.

Sentite che ha detto delle donne, cosa inaudita: “Il problema è che le donne parlano troppo e se ce ne fossero molte in consiglio (ne ha solo 5 su 23, in contrasto anche con le direttive governative che nelle rappresentanze aziendali puntano al 40%) le riunioni non finirebbero mai. Bisognerebbe prima di tutto limitare la durata dei loro interventi perché faticano a concluderli e, quindi, risultano fastidiose.”

Dopo questa affermazione da tempi bui ha aggiunto “Peraltro le donne hanno un forte senso della competizione. Se una alza la mano per dire una parola, anche le altre si sentono in dovere di farlo e la faccenda non finisce più”.

Il pubblico presente in sala, ovviamente prevalentemente maschile, invece di tirargli ”pomodori” e protestare, ridacchiava. Questa sgradevole faccenda riassume il vero punto in Giappone.

Il Giappone non è ancora uscito del tutto dal suo mondo ancestrale, maschile. Ci sarà un motivo per cui il 35% delle donne nelle città si rifiuta di sposarsi. Le inchieste ci raccontano che ora che studiano come e più degli uomini, grazie al lavoro possono essere indipendenti: perché rassegnarsi a stare a casa, occuparsi solo dei figli, rinunciando ad una carriera, per aspettare la sera il marito che ritorna dai bar alticcio?

L’ex Primo Ministro Abe nella sua Abenomics ha riservato un posto importante per portare al lavoro quella poderosa “armata di riserva” femminile che può compensare la ormai cronica scarsità delle domande di lavoro.

Con un tasso di fertilità scarso, pochi figli ed i tabù sull’immigrazione, il Giappone ha perso milioni di posti di lavoro e continua a perderli ed è quindi ora di uscire dall’anacronismo del maschilismo.

Basta osservare le banche di investimento straniere a Tokyo. Nel recruiting hanno ampia scelta con le ragazze, brillanti, impegnate e volitive che preferiscono la meritocrazia e le opportunità rispetto allo “cha-kumi” e cioè servire il “te” agli uomini in molte aziende nipponiche.

Insomma, deve cambiare il “mind set” maschile (vale spesso anche da noi..), l’atteggiamento per giungere alla parità (nel cervello) e non solo con le imposte “quote rosa”.

Intanto lo scandalo Mori è finito in archivio. Il patetico ex Primo Ministro si è scusato ritirando le sue frasi scombinate. Pare lo abbiano sgridato a casa…

Vittorio Volpi