di Marco Bortolin, Michael Nyffeler e Rinaldo Gobbi, relatori per la Commissione dell’Edilizia

“I conflitti politici non possono portare a divisioni su un progetto così cruciale”

La frase ci sembra francamente ottimistica. In realtà è vero il contrario: il conflitto politico si è scelto questo terreno (al momento, il principale) di scontro.

La nostra opinione è sempre la stessa (non si può cambiare idea ogni cinque minuti). Il CC approvi il progetto (sembra assai probabile)… e se dev’essere referendum, che sia. Di democrazia diretta non è mai morto nessuno.

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Il Polo Sportivo e degli Eventi (PSE) di Lugano, rappresenta senz’altro la più importante sfida in tempi recenti. Una sfida non solo finanziaria ma anche concettuale, un investimento che modificherà radicalmente il tessuto urbano cittadino con la riqualifica della porta d’entrata Nord di Lugano. Un investimento pensato a livello cantonale e nazionale che permetterà finalmente alla città di dotarsi di un’infrastruttura moderna e al passo con i tempi pensata soprattutto per i giovani e per le future generazioni. Un investimento che potrà essere un motore di un rilancio necessario e di cui si discute da anni. Il PSE è infatti anche un progetto capace di generare indotto. Basti pensare che già solo per l’edificazione verranno chiamare, in quasi totale prevalenza, imprese locali e questo sulla base dell’accordo di partenariato pubblico privato.

È un progetto che guarda al futuro, moderno e lungimirante.

Nelle ultime settimane purtroppo si sono levate alcune voci critiche. C’è da dire che progetti di questa importanza non si esauriscono in un’unica legislatura ma necessitano anni di studi e lavoro prima di vedere la luce. Le voci critiche fanno parte del gioco e come relatori abbiamo voluto prestare attenzione a tutte le sensibilità. Il risultato è stato un esercizio di dialogo aperto e costruttivo, con l’intento di ascoltare e analizzare le perplessità e i dubbi dei collegi ma anche dei cittadini.

Il tempo del dialogo ora però è finito ed è fondamentale che si proceda tutti uniti e nella stessa direzione. Solo così l’esercizio potrà dirsi compiuto fino in fondo. Nessun progetto farà mai l’unanimità su ogni singolo aspetto ma l’obiettivo del bene comune deve comunque governare qualsiasi scelta e deve permettere di smussare quelle divergenze che ci possono essere su un progetto così importante.

Con la commissione della gestione sono stati dunque presentati due rapporti aderenti con l’obbiettivo di raggiungere il più ampio consenso possibile nell’interesse della nostra città. I conflitti politici non possono portare a divisioni su un progetto così cruciale. Lugano merita un polo sportivo moderno, funzionale e pensato per le future esigenze delle generazioni a venire. Ora è il momento di andare avanti convinti e realizzare insieme il futuro.