“Il 16 maggio meglio fare un picnic in riva al fiume”
Tutti sanno che l’MPS “ce l’ha su” molto più con il PS che non (per fare un nome) con l’UDC. Rivalità a sinistra, sinistra rivoluzionaria contro sinistra istituzionale, ammanicata e molle.
Gli scandali bellinzonesi non hanno intaccato più di quel tanto il patto di ferro tra PLR e PS, con conseguente controllo della Capitale. L’opposizione (anche a destra) è andata all’attacco ma il potere ha resistito con bravura.
La decisione del PLR di contrapporre Gianini a Branda è comprensibile. Il PLR perse il sindacato nel 2008 e glielo fece perdere Brenno Martignoni, sceso in ballottaggio contro il suo ex partito. Nel 2017 il PLR rinunciò a competere (presentando Bersani) perché Branda era considerato invincibile.
Oggi però preferisce battersi, per non apparire rinunciatario. E ballottaggio sia!
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La “sfida” lanciata da Simone Gianini al sindaco uscente Branda viene presentata dai diretti interessati come una sfida tra “fronte della conservazione” e “fronte del progresso”. Da un lato vi sarebbe il rappresentante del partito liberale, il partito del potere per eccellenza; dall’altro il rappresentante della “sinistra”. Di che alimentare una campagna sulla contrapposizione del…nulla!
Basterebbe infatti pensare agli ultimi anni a Bellinzona, alla politica del Municipio condotta d’amore e d’accordo su tutte le questioni decisive (dall’Officina ai sorpassi di spesa; dalla politica del personale a quella della vicenda della casa per anziani di Sementina fino al futuro quartiere Officina: e citiamo solo i “dossier” più noti): in nessuna occasione le cittadine e i cittadini di Bellinzona hanno potuto trovare o avere l’impressione che ci fossero punti di vista diversi, opzioni politiche diverse tra questi rappresentanti; né punti di vista diversi hanno offerto i partiti ai quali fanno riferimento i due contendenti: sempre, decisamente e apertamente, schierati a sostegno delle posizioni municipali.
Non si capisce quindi quale sia il senso, l’utilità, il contendere del ballottaggio in corso, se non quello di utilizzare a favore di uno schieramento o l’altro la posizione di sindaco che, sicuramente, garantisce perlomeno un vantaggio di immagine pubblica, una presenza mediatica permanente che, si pensa, possa tornare utile in prospettiva elettorale per i partiti o per le carriere politiche dei contendenti.
Dovremmo scegliere tra due facce, due espressioni personali, della stessa politica, rivendicata come tale: frutto di quell’atteggiamento collaborativo e di concordanza che va ben oltre gli steccati formali della cosiddetta collegialità, ma di una vera e propria collaborazione politica di fondo. D’altronde proprio il sindaco Branda aveva paventato che un eventuale arrivo in Municipio di Matteo Pronzini per la lista Verdi e MPS avrebbe potuto rappresentare un pericolo per questa “entente cordiale” che caratterizza da anni il Municipio di Bellinzona.
E allora, ci pare evidente che non abbiamo nulla a che fare con questa “spettacolare” votazione del prossimo 16 maggio; non serve, non ci interessa, non corrisponde ad una scelta di opzioni e di campo alternative; e, soprattutto, non permetterà di orientare la politica della città in un senso più favorevole ai bisogni e agli interessi di chi vive e lavora a Bellinzona: qualsiasi sia l’esito del voto.
Per chi, come noi, non è interessato a partecipare alla scelta di chi sarà il portavoce di una medesima politica, Il 16 maggio sarà l’occasione per andare a farsi una bella passeggiata in montagna o un pic-nic in riva ai nostri fiumi o ai nostri laghi.
MPS