Il segretario del Partito Democratico Italiano, Enrico Letta, ha chiesto di finanziare una dote per i giovani con una tassa fino al 20 per cento sulle eredità immobiliari che valgano 5 milioni, una misura che riguarderebbe, a suo dire, solo l’1% della popolazione.
Il Presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, non ha gradito “l’uscita” di Enrico Letta, così, nella giornata di ieri, 21 maggio 2021, i due si sono sentiti al telefono.
Palazzo Chigi non ha, infatti, apprezzato la proposta di Letta sia per la tempistica (è arrivata mentre si presentava il decreto Sostegni bis e prima dell’avvio dei lavori sulla riforma del Fisco) sia per i contenuti.
Dopo una lunga telefonata, avvenuta in mattinata, nessuno dei due ha rivisto la sua posizione. Il “confronto cordiale”, sarebbe avvenuto nella “franchezza “, almeno secondo fonti Pd,pur senza risolvere alcunché.
In seguito ai colloqui Enrico Letta ha scritto sul suo account Twitter: “Traggo la triste ennesima conferma che non siamo un Paese per giovani. E non mollo”.
Mario Draghi, invece, si die convinto, come detto giovedì e come riferito dall’agenzia Ansa, che prima si debba disegnare una riforma complessiva “nel segno della progressività” e dello stimolo alla crescita.
Dal canto suo il segretario della Lega Matteo Salvini accusa Enrico Letta di essere un “tassatore come tutta la sinistra italiana”.
I Dem devono così respingere il tentativo di Matteo Salvini di “sfruttare” la reticenza di Draghi nell’accogliere la proposta di Letta per bollarli come ‘tassatori’. Il dibattito nient’altro preannuncia che la riforma del fisco.