Quello che tanti temevano e molti altri si auspicavano è successo: non ci sarà alcun accordo istituzionale tra Berna e Unione europea. Dopo ben sette anni di trattative, la Confederazione si è tirata indietro e ha interrotto i negoziati.  

La reazione dell’UE è stata immediatamente diffusa in un comunicato stampa: “Ci rammarichiamo per questa decisione, soprattutto i visti i progressi che sono stati fatti negli anni per rendere l’Accordo quadro una realtà”. Stando a quanto dichiara l’UE si tratta. Di un passo indietro nella relazione fra le due parti: “È una questione di equità e di certezza giuridica. Avere accesso privilegiato al mercato unico significa rispettare le stesse regole e gli stessi obblighi. […] Senza questo accordo, questa modernizzazione delle nostre relazioni non sarà possibile e i nostri accordi bilaterali invecchieranno inevitabilmente.” 

Dall’estero sono arrivati soprattutto commenti sconcertati e preoccupati. Gerhard Zickenheiner, deputato al parlamento federale tedesco, ha espresso il suo disappunto dichiarandosi “estremamente deluso e triste”. Si dice inoltre molto preoccupato per le regioni di confine che, proprio come la Svizzera, potrebbero subire conseguenze spiacevoli: “I trattati esistenti tra l’Ue e la Svizzera saranno mantenuti, ma stanno già perdendo valore”. Preoccupazione anche dall’Austria, in particolare dai liberali come Claudia Gamon, europarlamentare del partito liberale NEOS e vicepresidente della delegazione per le relazioni con la Svizzera al Parlamento europeo: “L’Ue e la Svizzera sono partner stretti da decenni. Il fatto che ora la Svizzera metta a repentaglio queste buone relazioni è molto preoccupante”. 

Anche sul suolo svizzero le reazioni sono state numerose e variegate. Il PLR di dice rammaricato e preoccupato per il futuro della piazza economica e del mondo della ricerca. Per i liberali, è fondamentale ora agire in fretta per riuscire ad arginare i danni e trovare soluzioni alternative per evitare “conseguenze catastrofiche”. Della stessa opinione è anche Economiesuisse e dei Verdi, che hanno definitola decisione “irresponsabile e codarda. Delusi anche i cantoni e il Partito Socialista. 

Contenta invece la destra della Lega dei ticinesi che ha sottolineato quanto ciò che l’UE rappresenta sia incompatibile con la sovranità svizzera. Secondo loro infatti, l’accordo non avrebbe fatto altro che favorire “un’ulteriore pericolosa ondata migratoria verso il nostro Paese”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’UDC che ha parlato della “vittoria del popolo e della  democrazia diretta”.