Si sta tenendo in questo momento l’atteso incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e quello statunitense Joe Biden. La location scelta per il lungo faccia a faccia è la Villa La Grange, a GInevra, nella stessa città dove molti anni prima, i loro predecessori Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov posarono le pietre della pace tra i due paesi.
Partiti con il piede sbagliato, i due cercheranno di trovare compromessi e distendere almeno in parte le tensioni tra la Russia e gli USA. Non ci si deve lasciar andare a illusioni irrealistiche, la completa pace e cooperazione tra i due giganti non sembra essere all’orizzonte, ma si tratta comunque di un passo importante volto a spezzare il circolo vizioso di ostilità, sanzioni e incomprensioni.
“Signor presidente, la ringrazio per aver preso l’iniziativa di incontrarci oggi. I rapporti tra Russia e Stati Uniti hanno visto accumularsi diversi problemi, tanto che è necessario intervenire ai massimi livelli. Spero che il nostro incontro sia produttivo” ha dichiarato Putin dopo aver stretto la mano a Biden. Quest’ultimo, è stato altrettanto diplomatico: “Come ho detto fuori è meglio incontrarsi faccia a faccia per cercare di definire i campi in cui condividiamo degli interessi. Cooperando. E dove non è così, definire relazioni prevedibili e razionali tra due grandi potenze”. L’ultima frase non è stata sicuramente detta a caso, ma con l’intenzione di far capire a Putin che gli Stati Uniti considerano la Russia sua pari a livello politico.
L’incontro dovrebbe durare in tutto 5 ore, anche se è stato fatto capire che i due presidenti si prenderanno tutto il tempo necessario per discutere i tanti temi in agenda. La prima parte del summit, durata due ore, si è svolta in presenza dei capi delle rispettive diplomazie, ovvero il ministero degli Esteri Serghej Lavrov e il segretario di Stato americano Antony Blinken. In seguito il confronto è stato allargato alle delegazioni. I temi da discutere comprendono le prospettive di sviluppo delle relazioni bilaterali, norme comportamentali per la sicurezza informatica, le intromissioni della Russia nelle elezioni americane, ma anche la questione ucraina e il caso di Alexej Navalny.
Intanto, il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha dichiarato che il summit di oggi “non può diventare storico e non ci si può e non ci si dovrebbe aspettare nessuna svolta”.