Due giorni fa, il nuovo proprietario dell’FC Lugano si è svelato durante una conferenza. È apparso via Zoom, collegato dalla sua città, Chicago, nell’Illinois. Joe Mansueto ha lontane origini italiane ed è un miliardario. Già proprietario dell’FC Chicago Fire, ha deciso di affidarsi in questa avventura al nuovo CEO Martin Blaser, e Georg Heitz, già direttore sportivo a Chicago.

“Ho sentito che il Lugano è speciale, che Lugano è un posto speciale. In effetti è una delle città più belle al mondo e il calcio è uno sport globale. Voglio continuare a costruire qualcosa di speciale e avete la mia parola che lo faremo. Ma dobbiamo farlo assieme. L’annuncio di oggi non riguarda me, il Lugano non è mio. È vostro. Io devo guadagnarmi la vostra fiducia”, con queste parole ha esordito il nuovo proprietario promettendo poi che ci sarà una stretta collaborazione con i Chicago Fire, anche attraverso lo scambio dei giocatori.

Spera di esserci a Lugano, non sempre, ma almeno qualche volta, anche se, aggiunge “mi piace delegare”. Georg Heitz, che è proprio di origine svizzera, sta già lavorando cercando dei giocatori nuovi per “rinforzare la squadra”. L’idea insomma è proprio quella di investire anche se tante speranze sono riposte anche nella costruzione del nuovo stadio: “Noi ovviamente siamo ottimisti e supportiamo la Città in merito. Ma avremmo investito a prescindere, perché ci è piaciuto questo club e ci è piaciuta la sua storia. Ma è chiaro che la prospettiva di avere un nuovo impianto è ottima”.

È apparso subito soddisfatto anche Roberto Badaracco, a capo del Dicastero Cultura, sport ed eventi, che ha promesso che la città ce la metterà tutta per vincere il referendum di novembre. A Teleticino ha dichiarato: “Una situazione così, con un cambio di società con un investitore così importante non l’abbiamo mai avuta, almeno negli ultimi 20 o 30 anni, anche la persona Joe Mansueto ha fatto un’ottima impressione, almeno a me personalmente. È una persona seria, con un progetto e una passione, e ha scelto Lugano per la sua bellezza. Noi non ci rendiamo conto del valore che ha Lugano all’occhio di chi sta fuori, abbiamo tantissime carte da giocare e avere un club che parla italiano per lui, di origini italiane, probabilmente era molto importante”.