Basta distanziamento sociale, niente certificato Covid all’ingresso dei ristoranti e dei mezzi pubblici: la vita ha ripreso a scorrere con il suo normale ritmo in Danimarca, uno dei pochissimi paesi europei ad aver raggiunto la quota di 83% della popolazione sopra i 12 anni completamente vaccinata. Il virus è sotto controllo e i pochi contagi non fanno più paura al paese nordico che è stato uno dei primi in assoluto ad introdurre in aprile rigide misure e l’obbligo di esibire il coronapas per accedere ai locali pubblici, una politica che si è rivelata vincente.

“Non direi che è troppo presto. Abbiamo aperto la porta, ma possiamo chiuderla, se necessario” ha dichiarato il professore di virologia dell’Università di Aarhus Soeren Riis Paludan. Anche Hans Jorn Jepsen Kolmos, professore di microbiologia all’Università di Copenhagen, ha dichiarato che: “Il coronavirus è ancora con noi ma abbiamo ridotto il problema a un livello gestibile, come una malattia normale, senza troppi disagi al momento per la vita di tutti i giorni”.

L’unica restrizione rimasta riguarda l’obbligo di indossare la mascherina in aeroporto e l’invito di continuare ad indossarla anche dal medico e in ospedale. I contagi registrati in questi giorni rimangono alla quota di poche centinaia e in prevalenza riguardano persone molto giovani che sopportano bene la malattia, non incidendo così sui ricoveri giornalieri e di conseguenza sulla pressione sul sistema sanitario.

Il governo danese tuttavia non ha intenzione di rallentare con le vaccinazioni e intende raggiungere la quota di 90% per la prima dose entro ottobre e dare poi il via alla somministrazione della terza dose per le persone più vulnerabili. “Oggi è una giornata importante, che ci dà fiducia e conferma la correttezza della linea che abbiamo adottato; ma che ci lascia preparati, politicamente e a livello di opinione pubblica, ad accettare lo scenario di nuove restrizioni, se mai ce ne sarà bisogno”, queste le parole di Flemming Konradsen, consulente sanitario del governo per la gestione della pandemia da coronavirus.