L’Irlanda è stata tra i paesi in assoluto più severi dal punto di vista delle restrizioni dovute alla pandemia da coronavirus. Oggi tuttavia sembra voler credere di averlo sconfitto definitivamente. Con un tasso di vaccinazione del 92%, il popolo irlandese da ieri è tornato a respirare un’aria di libertà. La decisone è stata presa dal National Public Health Emergency Team (NPHET), il team che si occupa dell’emergenza pandemia, che ha ritenuto che nonostante ci siano molti nuovi contagi quotidiani dovuti alla variante Omicron, la situazione sta migliorando notevolmente. Il picco dei contagi sarebbe ormai alle spalle.

Da ieri mattina non c’è più il coprifuoco per ristoranti e pub, prima costretti a chiudere i battenti alle 20.00, niente più limitazione a 6 persone per gli incontri privati. I locali notturni hanno finalmente potuto riaprire, è stato eliminato il distanziamento sociale e, soprattutto, il certificato vaccinale non è più obbligatorio per accedere ai locali pubblici.

“Arriva la primavera”, ha dichiarato il primo ministro Micheál Martin. “Gli esseri umani sono socievoli e noi irlandesi lo siamo più di altri. […] Capisco il dolore che prova chi ha perso persone care. Il vostro sacrificio collettivo ha salvato migliaia di vite”, ha aggiunto. In Irlanda infatti si erano registrati circa 1.1 milioni di casi e 6’083 decessi.

Si percepisce un sollievo generale per le strade delle principali città. Dublino, Cork e Galway si sono riempite di persone, e l’atmosfera è definita come “quasi surreale”. Per i locali la riapertura è una boccata d’aria fresca e le persone non hanno tardato ad arrivare, riempendo i ristorante e i bar già all’ora di pranzo di ieri.
Ottimismo dunque, ma con un poco di prudenza: “Dal punto di vista della popolazione direi che iniziamo a vivere la nostra vita e che siamo ottimisti ma il governo dovrebbe pensare a rafforzare le nostre difese”, ha commentato il ricercatore di virologia Gerald Barry. Investire sul sistema sanitario dunque, per superare con più facilità le possibili nuove ondate.