Mentre le forze russe sarebbero ormai nel centro di Mariupol, Zelensky ha chiesto – in un video messaggio postato nella notte su Facebook – a Mosca di iniziare colloqui “significativi”, ma il capo negoziatore russo, Vladimir Medinsky, ha fatto sapere che occorre definire il testo di un trattato, prima della possibilità di un incontro Zelensky-Putin.

Lo stesso testo, ha continuato Medinsky dovrà poi essere siglato dai ministri degli Esteri e approvato dai governi; solo allora si potrà discutere la possibilità di un vertice.  

Nel frattempo, nella parte meridionale dell’Ucraina, le truppe russe hanno raggiunto il centro della città portuale ucraina di Mariupol, come confermato dal sindaco della città, Vadym Boichenko il quale, di fatto, ha confermato che la battaglia con i tank e le mitragliatrici continua incessantemente, spiegando poi che la popolazione si è rifugiata nei bunker per sfuggire alla battaglia.

Se i russi prendessero Mariupol, il conflitto assumerebbe una svolta importante, poiché Mosca potrebbe così garantire la continuità territoriale tra le sue forze provenienti dalla Crimea, a sud, e le truppe del Donbass, situate invece ad est.

Per quanto riguarda il bombardamento del teatro di Mariupol, Zelensky ha confermato che 130 persone sono state finora salvate e che le operazioni di soccorso stanno proseguendo.

Contemporaneamente, l’esercito Ucraino, sarebbe stato temporaneamente tagliato fuori dal Mar d’Azov, poiché i russi sarebbero riusciti a privare “temporaneamente l’Ucraina dell’accesso al Mar d’Azov”.

Ripresa aerea della città portuale di Mariupol, poco prima dei bombardamenti di mercoledì scorso