Forte shock in America per la notizia di un’ulteriore sanguinosa sparatoria avvenuta alle 11.30 di martedì mattina alla scuola elementare Robb, a Uvalde in Texas, una piccola città di circa 16 mila abitanti, a stragrande maggioranza ispanica, distante circa 140 km da San Antonio. Un ragazzo di 18 anni, armato di due fucili d’assalto AR-15 e indossando un giubbotto antiproiettile, è entrato nella scuola uccidendo a colpi di arma da fuoco 19 bambini e due insegnanti adulti, prima di essere ucciso dalle forze dell’ordine.

I bambini, tutti di età compresa tra 8 e 11 anni, erano appartenenti della stessa classe di quarta elementare. L’identificazione è ancora in corso. Le due vittime adulte sono un’insegnante di educazione bilingue, Eva Mireles di 44 anni, uccisa mentre cercava di proteggere i suoi alunni, e la sua co-insegnante Irma Garcia, che ha insegnato in quella scuola per 23 anni.

L’assassino, il 18enne Salvador Rolando Ramos, aveva pubblicato le sue intenzioni su Facebook 30 minuti prima di portarli a termine. Ha iniziato a sparare in faccia a sua nonna durante una discussione a casa, prima di guidare per una breve distanza fino alla scuola dove si è schiantato con la macchina. La donna ha fatto in tempo a chiamare la polizia prima di essere colpita, ed ora versa in gravi condizioni all’ospedale.

I fucili li aveva comprato legalmente il giorno del suo diciottesimo compleanno, presso un concessionario di armi registrato a livello federale il 17 maggio, e 375 colpi di munizioni acquistati il giorno dopo.

Nel primo post, aveva scritto: “Ho sparato a mia nonna”. Nel terzo, scritto 15 minuti prima dell’attacco ha scritto: ”Vado a sparare ad una scuola elementare”.

Il presidente  americano Joe Biden ha commentato l’accaduto su  Twitter,  dicendosi stanco di queste tragedie  e sottolineando la necessità di agire  sulle leggi che regolano la  vendita di armi: “L’idea che un 18enne possa entrare in un negozio e acquistare un fucile è sbagliata”. Ha poi aggiunto: “Questo  tipo di sparatorie succedono molto raramente in alter parti del mondo. Perché vogliamo continuare a vivere con queste carneficine? Perché continuiamo a permettere che questa succeda? Dove, in nome di Dio, è la nostra  spina dorsale nell’affrontar questo problema con coraggio?  È giunto il tempo di trasformare il nostro dolore in azione”.