La traduzione di un manoscritto risalente agli anni tra il 220 e il 340 d.C. che riabilitava la figura dell’apostolo traditore Giuda Iscariota venne presentata il 6 aprile 2006 a Washington, presso la sede del National Geographic. Lo scalpore fu grande, la notizia da prima pagina. Il documento venne da subito chiamato “Il Vangelo di Giuda”, un vangelo apocrifo che ha fatto molto discutere.

Un manoscritto antico e fragile, composto da diverse pagine, autentico, scritto in lingua copta e che inizia con queste parole: “Qui si narra il segreto della rivelazione che Gesù fece parlando con Giuda Iscariota…”.

Ritrovato negli anni 1970 nel deserto egiziano, dopo essere passato nelle mani di diversi proprietari, nel 2000 venne acquistato dall’antiquario di Zurigo Frieda Nussberger-Tchacos. La donna lo consegnò alla Maecenas Foundation for Ancient Art di Basilea per farlo conservare e tradurre. Per cinque anni esperti linguisti, papirologi e storici della religione vi lavorarono, verificando ogni parola, appurando l’autenticità e svelando infine lo strabiliante contenuto di quello che è diventato uno dei più preziosi e controversi reperti dell’archeologia giudaico-cristiana.

Quanto narra il Vangelo di Giuda contraddice il racconto di quattro ben più famosi Vangeli. Sin dalle prime righe il testo stupisce. Ripercorre gli ultimi giorni della vita terrena di Gesù, vi si leggono conversazioni tra lui e Giuda (trascritte da un testo originale risalente al 130-170 d.C).

Secondo i Vangeli di Luca, Marco, Matteo e Giovanni, Gesù era stato tradito da Giuda che lo aveva consegnato, per la somma di trenta denari, alle autorità del Tempio di Gerusalemme, le quali lo avevano consegnato al Prefetto romano Ponzio Pilato, il quale lo aveva condannato a morte per crocifissione.

Dal Vangelo di Giuda, invece, si apprende come il gesto di Giuda non era stato un tradimento, bensì l’obbedienza a un ordine dello stesso Gesù, che aveva bisogno di morire in quel modo affinché il corso degli eventi fosse messo in moto.

Nel Vangelo di Giovanni vi è una frase detta da Gesù a Giuda che potrebbe essere ricondotta a questo loro accordo: “Qualunque cosa tu debba fare, falla in fretta.” Gesù considerava Giuda come il migliore fra i suoi discepoli, quello che più degli altri riusciva a servire Dio, a capire e attuare i suoi insegnamenti. Nel Vangelo di Giuda viene illustrato chiaramente come Gesù fosse cosciente della portata del sacrificio che stava chiedendo al suo apostolo: “Sarai maledetto per generazioni, ma regnerai su di loro – gli aveva detto. E Giuda si era sacrificato, accettando di diventare l’uomo più odiato e bestemmiato di tutta la storia dell’Umanità.

Il bacio di Giuda, 1303 ca. – dipinto di Giotto, Cappella degli Scrovegni a Padova