Era nell’aria già da tempo ma secondo i media britannici, forse oggi si arriva al capolinea. Boris Johnson potrebbe dimettersi dalla sua carica di primo ministro da qui a poco. Secondo i media, Johnson cercherà comunque di mantenere la carica fino all’autunno, quando verrà eletto il nuovo leader del partito conservatore che prenderà le redini del governo. 

Secondo le prime rivelazioni Johnson avrebbe già comunicato la sua decisione ai vertici del partito e potrebbe dare l’annuncio ufficiale a breve. La disfatta sembrava inevitabile ormai da qualche giorno. L’escalation è partita due giorni fa, con le dimissioni di due importanti ministri, il cancelliere Rishi Sunak e il ministro della sanità Sajid Javid. A loro sono seguiti tanti altri con un totale di oltre 50 membri del governo che hanno abbandonato la nave. Il terremoto era stato preannunciato dopo lo scandalo Partygate, ovvero la rivelazione dei festini privati ad alto tasso alcolico organizzati nella residenza del premier mentre il paese era rinchiuso in casa a causa del Covid. Già in giugno, durante il voto di fiducia nei suoi confronti, i danni alle fondamenta della leadership di Johnson si erano fatti decisamente evidenti, con il 40% dei membri del partito che avevano votato contro di lui. Negli ultimi giorni è emerso anche che Johnson ha nominato Chris Pincher alla carica di vice coordinatore del partito, nonostante le accuse di molestie sessuali avanzate nei suoi confronti. 

Aveva tenuto duro fino alla fine, sottolineando di voler resistere per permettere al suo governo di andare avanti con il proprio lavoro. Interpellato sulle possibili ragioni che potrebbero spingerlo a dimettersi, aveva dichiarato: “Chiaramente lo farei se ci fossero circostanze nelle quali sentissi che è impossibile per il governo andare avanti per assolvere il mandato. O se sentissi che non siamo in grado di andare avanti sulla politica sull’Ucraina. Ma francamente il compito di un premier in circostanze difficile è portare avanti il mandato che gli è stato dato”. Parole di un politico sicuro di sé, che non intende abbandonare il suo incarico ma che già oggi sembrano prive di senso in una situazione di tracollo inevitabile. L’annuncio delle dimissioni dovrebbe arrivare in giornata.