Aveva avuto un grande successo la serie tv targata Netflix “Inventing Anna”, che ha raccontato la storia vera della falsa ereditiera e truffatrice russa Anna Sorokin. La giovane, tra il 2013 e il 2017 è riuscita a frodare banche, hotel e diverse persone di spicco a New York, arrivando a rubare il corrispondente di almeno 275mila dollari. Il suo metodo era quello di fingersi una ricca ereditiera di nome Anna Delvey fino a che non è stata scoperta grazie alla collaborazione dell’amica e giornalista di Vanity Fair Rachel Williams. Anna ora è uscita di prigione dopo due anni di detenzione, ha venduto i diritti della propria storia a Netflix per 320mila dollari e si è trasferita in Germania. 

La serie tuttavia non è piaciuta proprio a tutti, anzi, ha fatto infuriare proprio la Williams che ha deciso di intraprendere azioni legali contro il colosso dello streaming. Stando ai legali della donna, Netflix avrebbe distorto la storia in modo da far apparire la giornalista come “una giovane avida, snob, sleale, disonesta, codarda, manipolatrice e opportunista”, solo ai fini di copione. “Hanno usato il vero nome della Williams e i suoi particolari biografici e ne hanno fatto una persona orribile, come in effetti non è”. Facendo così, Netflix avrebbe esposto la Williams “al pubblico disprezzo, ridicolo, antipatia e vergogna”. 

Contestata soprattutto proprio la decisione di usare il vero nome di Rachel Williams, quando i nomi degli altri personaggi sono stati cambiati. Per ovviare al torto subito i legali chiedono una somma di denaro e il taglio di alcune scene. “Le proporzioni del danno a Williams causato dalla diffamazione di Netflix sono state straordinarie sotto ogni punto di vista. La serie è stata vista da milioni di persone nel mondo e, come conseguenza del falso ritratto che Netflix ha fatto di lei, è stata vittima di un’ondata di abusi online, che le hanno causato umiliazione, sofferenza e angoscia, oltre a danni alle sue entrate o potenziali entrate” hanno specificato i legali. 

Netflix per ora non ha commentato le accuse.