Il Senatore democratico Mark Warner ha espresso forti preoccupazioni sulla sicurezza Usa e di conseguenza anche per noi europei, nel mantenere operativi nel mondo dei social il cinese Tik Tok che negli Stati Uniti vanta oltre 200 milioni di contatti. Si è così espresso “se il vostro paese usa Huawei, se i vostri figli sono su Tik Tok.. la capacità della Cina di avere un’influenza indebita è una sfida molto più grande ed una minaccia molto più immediata di qualsiasi tipo di conflitto armato”.

Tik-tok

Tralasciando la durezza delle parole, il pensiero che Tik Tok debba scomparire dallo scenario dei social negli Usa è ormai un’opinione radicata nell’Establishment Usa ed anche in quello europeo. Per questo la possibile cessione ad una società americana da parte della casa madre cinese Byte Dance è stata bloccata da tempo.

Archie Battersbie morì dopo essere entrato in coma a causa di una sfida su Tik Tok.

Dal CFIUS, il Committee for Foreign Investment in the United States, così si è scritto su AXIOS “con oltre 200 milioni di download solo negli Usa, la popolare applicazione sta diventando una forma di infrastruttura informativa critica..” tanto da alimentare una crescente preoccupazione per la sicurezza nazionale e si sottintende che il social dovrebbe semplicemente essere bandito dagli Stati Uniti. Insomma, nessuna cessione ad aziende americane, ma invece essere espulsa dal paese.Quali sono le preoccupazioni nel paese a stelle e strisce? In primis la sicurezza dei dati, nello specifico, non c’è garanzia che non finiscano nelle mani del Partito Comunista Cinese. Secondo, che l’algoritmo di Tik Tok per come è strutturato può e fa del male all’utilizzatore. Sul primo punto, le affermazioni del social che “neanche se ce lo dovessero chiedere condivideremmo le informazioni degli utenti con il governo cinese” non convincono ed il timore che Pechino possa mettere l’occhio sulle vite degli occidentali ed entrare in possesso di dati sensibili è sempre più forte. Tik Tok afferma, non creduta, che i suoi dati sono solo tenuti negli Usa e Singapore e che si prepara a mantenere tali dati solo a Dublino (dati dei paesi Ue + Svizzera). Pare che però i suoi dipendenti in altri paesi, inclusa Cina, possano avere accesso al data base. Insomma non tutto è così chiaro e sicuro.Questo per quanto riguarda la sicurezza, ma un altro aspetto preoccupante è l’allarme che il social potrebbe causare dipendenza fra i giovani. Questo sospetto si è aggravato dallo scorso dicembre dopo che Ben Smith del New York Times è entrato in possesso di un documento Tik Tok che svelava il funzionamento dell’algoritmo.Un meccanismo raffinato che “sarebbe in grado di leggere la nostra mente ed il nostro stato d’animo”.Uno degli aspetti è che Tik Tok studierebbe i tempi d’utilizzo dell’utente e la scelta di ogni singolo accesso proponendo in seguito filmati mirati che insistono sui temi che hanno destato attenzione e curiosità, argomenti delicati come i disturbi del comportamento alimentare, il suicidio e l’autolesionismo. Un modello subdolo su temi pericolosi e non edificanti.È pur vero, come scrive il CdS, che nel mondo dei social “il più pulito ha la rogna”, ma che la rogna provenga dalla Cina, alla politica americana, non piace.

V.Volpi