Di cultura non si mangia. N si vive. Se legata al mondo degli anziani è ancora più evidente. Se legandolo al mondo invisibile delle case di riposo, quasi impossibile. Ma è davvero così in un mondo profondamente cambiato dopo il Covid ? Dove l’invecchiamento della popolazione rappresenta una delle sfide di tutte le economie a livello mondiale? . Ai posteri l’ardua sentenza ma la casa editrice di Giulia Dapero in Italia è un bellissimo esempio di buone pratiche. Sicuramente infatti è evidente l’intreccio ramificato dove economia, sanità e bene comune che diventano un tutt’uno e avere una view di questo genere è fondamentale anche in settori emergenti che la popolazione non conosce o spesso, non vuole conoscere.

 

Basti vedere l’ultimo rapporto della Comunità Europea che parla di quanto appunto la “silver economy” ovvero la presa di coscienza che gli over sono sempre più numerosi e quindi generano economia, deve diventare al più presto una spinta anche economica.  Ed i dati parlando da soli. Non stupisce quindi che in Italia sia nata nel 2014, in questa spinta coraggiosa verso il fare la differenza ed il nulla si inseriscono nuove sinergie, il lavoro di un padre e di una figlia, che insieme, danno vita alla Casa Editrice Dapero e che questo lavoro dal 2021, dopo il covid e quello che ha generato nelle residenze per anziani, sia ancora più importante. 

Una casa editrice che vuole una nuova cultura nel settore socio-sanitario in Italia, dove anche reperire informazioni spesso è difficile, come il legarle tra di loro. 

Una casa editrice giovane e dinamica ma che ha profonde radici nella tradizione dal momento che nasce dall’esperienza diretta, sin dal 1992 di lavoro del suo fondatore Renato Dapero, come direttore di una casa di riposo. E non solo, Dapero vuol dire cultura per chi sta accanto agli anziani quando tutto attorno è una giungla difficile da interpretare, proprio ora che a causa del covid della prima ondata, nel 2021 il fondatore della casa editrice è venuto a mancare nel modo aberrante che la cronaca ha abituato a riconoscere come “normale” e la figlia Giulia, con passione e coraggio ha raccolto la sfida offrendo nuovi punti di vista e nuovi stimoli. Partendo proprio dalle buone pratiche, per esempio europee.

Ne è un valido esempio l’interessante libro “L’Approccio Snoezelen per la persona con demenza – manuale operativo per il personale di cura e assistenza ovvero un vero manuale in italiano dedicato all’applicazione dell’approccio Snoezelen nei contesti di cura per le persone con demenza. Una sorta di rivoluzione copernicana che parte dal significato della parola olandese da cui deriva tale approccio e che gli autori, di Annalisa Bonora , Giacomo Menabue , Marina Turci e Marta Zerbinati  analizzano in modo serio ed approfondito. 

Da quei due verbi olandesi, snuffelen (cercare fuori, esplorare) e doezelen (rilassare, sonnecchiare) parte l’avventura bellissima di questo approccio alla persna ideato nel 1987 da  Hulsegge e Verheul, 1987), ma esistente dal 1970 con il rimando specifico alla Gentle Teaching (sia da parte  di McGee che McCrovitz poi nel 2018. L’approccio Snoezelen visto da vari punti di vista e che il libro tratta attraverso la valutazione ed il monitoraggio di quella “relazione possibile” tra quelli che vengono chiamati i partecipanti e gli accompagnatori della esperienza multisensoriale che racchiude la stanza multisensriale che offre spunti di stimolazione sensoriale umana inediti e importanti, in particolare su partecipanti affetti da demenza. Tra effetti visivi, uditivi, tattili, olfattivi, propriocettivi, vestibolari e gustativi ecco che il libro offre un punto di vista ed una perfetta sintesi per far riconoscere anche a chi non ha avuto esperienza di questi terribili buchi neri umani, un modo inedito e sicuramente utile , allegro e giocoso e non angosciante dei sintomi di questa malattia. L’obiettivo del libro infatti è, come l’approccio stesso, quello di far conoscere a chi si prende cura di queste persone, di che cosa sia la promozione del benessere in una casa di riposo che, come la pandemia ha dimostrato, viene spesso associata ad una sorta di parcheggio per la fine vita. 

Concludendo il libro edito da Dapero fa comprendere appieno perchè questo metodo dall’Olanda si sia poi via via sviluppato e diffuso in tutto il mondo, rivelandosi strumento per molte “condizioni umane” dell’universo mondo che, purtroppo, in modo non patologico non vengono riconosciute. Tra metodologia e strumenti, progettazione ed interventi, offre un approccio, per cambiare, chissà in meglio ed in modo concreto, la pratica di cura 

Una guida pratica, con indicazioni relative alla metodologia e agli strumenti operativi per progettare e realizzare interventi Snoezelen con la persona con demenza, ricca di esempi e casi clinici per cambiare concretamente la pratica di cura.

Il mondo cambia. Ed è importante fare la differenza. Ben vengano quindi case editrici coraggiose in tal senso per migliorare le buone pratiche.