Si è trasformata in un incubo ad occhi aperti, la festa di capodanno cinese a Monterey Park, in California. Un uomo di 72 anni, Huu Can Tran, di origine asiatica, ha fatto irruzione in una sala da ballo e ha ucciso dieci persone, 5 uomini e 5 donne, e ne ha ferite altre dieci. Le vittime avevano tutte tra i 50 e i 60 anni. 

L’assalitore si è poi spostato in un’altro locale cinese, a circa 3 chilometri dal primo, e ha tentato di fare una strage anche lì, con un’arma diversa. Lì è stato fermato  eroicamente da due clienti del locale che lo hanno disarmato e bloccato. L’assassino è poi fuggito a modo di un furgone bianco per circa 50 chilometri, per essere poi fermato dalle squadre speciali. Al momento della cattura l’uomo si è suicidato sparandosi.

Questa sparatoria di massa è la più grave in termine di vittime dopo quella avvenuta lo scorso maggio in una scuola elencare del Texas. Finora non si sa ancora quale sia stato il motivo che ha spinto l’uomo al folle gesto e tutte le piste per ora sono aperte. Alcune fonti affermano che all’origine della violenza potrebbe esserci una lite tra l’uomo e sua moglie. 

Sia il governatore della California Gavin Newsom, che il presidente USA Joe Biden hanno espresso le loro condoglianze alla comunità. Il presidente ha parlato di un “attacco insensato” e la strage ha portato nuovamente alla ribalta il tema delle armi negli Stati Uniti. La California ha alcune tra le leggi più restrittive sulle armi di tutto il paese, e infatti il fucile semi-automatico usato dal killer risulta essere illegale nello stato. Ciò non toglie che  un terzo degli abitanti degli Stati Uniti possiede un’arma o più di una e le leggi applicate per arginare il fenomeno, anche secondo lo sceriffo, “non sono abbastanza”.