Un poema omerico, parodico, narra della batracomiomachia (batracos = rana / muos = topo) : una battaglia tra le rane e i topi, perché una rana, per sbaglio, aveva affogato un topo, portandolo sulla propria schiena per fargli guadare un fiume. Ma la rana s’era immersa nell’acqua, da buon anfibio, dimentica del topo, che era affogato.

A Leopardi piacque molto questa parodia dell’Iliade, tant’è che la tradusse, inserendovi i paralipomeni, i granchi, che parodiavano le guardie austriache.

Tutta immaginazione, infine, nessun morto. E, invece, in Libia, si è avverata la parodica battaglia, questa volta un’andropitecomachia (aner/andros = uomo; pitecos = scimmia) col più tragico degli epiloghi: una faida con venti morti. Il tutto è iniziato quando una scimmietta appartenente a un commerciante della tribù Gaddafa (quella dell’ex rais Muammar Gheddafi!) ha strappato il velo a una giovane.

I familiari della giovinetta, che scoprì causa una scimmietta, le sue beltà al bruto mondo mondano, hanno prontamente imbracciato le armi (appartengono alla tribù Awlad Suleiman), uccidendo tre membri dell’altra comunità, compresa la scimmietta.

Le due tribù si sono poi nuovamente affrontate, provocando altri diciassette morti. Il deputato Ibrahim Mesbah el Hadi ha dichiarato al portale Alwasat che la “situazione è molto brutta” anche perché all’ospedale mancano gli equipaggiamenti necessari e ha invitato le due tribù a riappacificarsi.

CF