Aveva una bella famiglia, con un marito e cinque figli. Li uccise, a coltellate, uno dopo l’altro, mentre dormivano ognuno nella propria stanza, approfittando dell’assenza del marito che era in viaggio all’estero.Geneviève Lhermitte, belga, era stata condannata all’ergastolo nel 2008, per questo crimine orrendo. In questi giorni, ha chiesto e ottenuto di morire per eutanasia all’ospedale Leonardo da Vinci di Montigny-le-Tilleul per sofferenza psicologica irreversibile”. I ragazzi che ella uccise avevano tra i 3 e i 14 anni. L’assassino avvenne il 28 febbraio 2007. Al termine della strage, Geneviève tentò senza successo di togliersi la vita, ma venne soccorsa in extremis e in seguito processata. Il tribunale di Nivelles, a sud di Bruxelles, la condannò all’ergastolo nel dicembre 2008, dopo che la giuria la ritenne in grado di intendere e di volere, e la condannò per omicidio premeditato. Al momento dell’omicidio la donna era in uno stato di ansia acuta e depressione. Durante le udienze emerse una lettera che la donna aveva scritto al suo psicologo alla vigilia degli omicidi in cui dichiarava i suoi piani per suicidarsi e prendere con sé i suoi figli. Forse, quindi, non poteva essere ritenuta responsabile delle sue azioni. Per questo, dopo l’incarcerazione aveva beneficiato della libertà condizionale per essere sottoposta a cure psichiatriche. Da tempo, tuttavia, aveva chiesto di poter ricorrere all’eutanasia. In Belgio l’eutanasia è stata depenalizzata nel 2002 e ad oggi può essere attuata in caso di gravi sofferenze irreversibili, fisiche o psicologiche. In vent’anni a sceglierla sono state 30.000 persone, 2.966 delle quali nel solo 2022, con un aumento del 10% rispetto all’anno precedente.Quel che appare sconvolgente è che il Belgio consente ai bambini di essere aiutati a morire  come gli adulti a condizione che siano malati terminali e che vi sia l’approvazione da parte dei genitori.