PENSIERO DI MATTIA SACCHI  Non sono un giurista, né un esperto di migrazione. Non so dire se l’allontanamento di Arlin qualche anno fa e di Mark ieri dalla Svizzera sia giusto o sbagliato.

Mi chiedo però una cosa. Quale sarà la percezione che tutti gli amici di questi ragazzi, che hanno manifestato in lacrime chiedendo clemenza, avranno dello Stato che, a ragione o a torto (ripeto, non sta a me decidere), allontana dal paese due ragazzi che in questi anni si erano integrati e fatti ben volere?

Per loro la linea più dura possibile, quando poi magari allo stesso tempo si danno molteplici possibilità a persone che invece sono in Svizzera con il solo scopo di delinquere.

Da ieri dentro di me risuonano le note e le parole di quel grande poeta mio concittadino:

Né il cuore degli inglesi né lo scettro del Re
Geordie potran salvare
Anche se piangeranno con te
La legge non può cambiare

* * *

Bel post dell’amico Mattia, ma suscettibile di contestazione. Per chi (facciamo magari astrazione dei peggiori criminali) non si potrebbe trovare una ragione umanitaria, diciamo sentimentale, al fine di non applicare una decisione dell’autorità conforme alla legge? Praticamente per chiunque, e la legge si trasformerebbe in una burletta.

Ovviamente Mattia resterà della sua opinione e io mi terrò la mia. Rimarremo amici.

Post scriptum. Che cos’aveva fatto Geordie? “Rubò sei cervi nel parco del Re” canta il genovese Fabrizio.