Un'insegnante durante una lezione in classe in una foto d'archivio. ANSA/ ALESSANDRO DI MEO

Insegnava chimica alle scuole medie, in un paese della provincia di Bologna. Da alcuni mesi portava avanti, fuori dagli ambienti scolastici, un dialogo con una ragazzina di 12 anni su tematiche legate a un delicato disagio psicologico. Un giorno, la ragazzina se l’era trovata sotto casa. Così, l’aveva accompagnata in ospedale. I genitori della giovane, avevano sporto denuncia, e l’uomo aveva subito un procedimento disciplinare a scuola. Poi, aveva cercato di parlarle, ma il dialogo era stato ritenuto improprio, e l’uomo era stato sospeso dalla scuola. Fragile e gentile, il professore, 50 anni, si è suicidato. Il suo corpo, è stato trovato in un cimitero a Bologna.

Sulla vicenda, ora tutti mantengono un forte riserbo. Le indagini concordano sul fatto che, alcune settimane fa la ragazzina aveva cercato di raggiungere il docente a casa, e il professore, che in quell’occasione non era presente, era arrivato e l’aveva accompagnata in ospedale, visto lo stato in cui lei si trovava. Da lì sono partiti gli accertamenti.

Il professore era di ruolo nella scuola da una quindicina di anni, ed è descritto da chi lo conosceva come persona fragile, con alcuni problemi di depressione, emersi nei dialoghi con i colleghi.

Tuttavia, nel corso della sua carriera da insegnante, mai una macchia o un problema disciplinari. Però, dopo l’episodio in cui la ragazzina aveva cercato di raggiungerlo, le condizioni di salute del docente sembravano essere peggiorate e si stavano valutando misure di sostegno. Quando era rientrato, di recente avrebbe compiuto due azioni che hanno portato alla sospensione cautelare, perché avvenute all’interno della scuola: avrebbe cercato di contattare la ragazzina, in un modo ritenuto improprio.

Quando dalla preside gli è stato notificato il provvedimento di sospensione, l’uomo si è tolto la vita. Per la ragazzina ora sarà pensato un percorso di tutela e la giovane sarà sottratta alla famiglia e presa in carico.