Vi proponiamo l’articolo settimanale di Amalia, accompagnandolo con l’augurio di buona fortuna.

Care amiche, cari amici, buona domenica!

Sintesi della settimana ed evoluzione

La nostra informazione domenicale dell’Economia con Amalia inizia con la notizia che purtroppo quanto prospettato la settimana scorsa è avvenuto. Il Credit Suisse (CS), la seconda banca più importante svizzera, ha cessato di esistere dopo ben 160 anni di storia. La Confederazione è riuscita a convincere Ubs, la prima banca svizzera, ad acquistare CS. Si poteva fare altro? Probabilmente no. Se non si voleva ricadere nel baratro del 2008, non c’erano tante altre alternative. I legami e le interdipendenze delle banche internazionali sono sotto gli occhi di tutti. Non a caso gli Stati Uniti e la stessa Unione Europea si sono complimentate immediatamente per la rapidità dell’intervento. Questo passo basterà a impedire che il sistema bancario entri in un’altra crisi? Non lo sappiamo. E in effetti proprio venerdì Deutsche Bank, la banca leader in Germania, ha mostrato una certa fragilità dovendo vendere delle attività finanziare per tutelare il suo livello di liquidità. Anche se la Banca Centrale Europea (BCE) si è affrettata a dichiarare la massima disponibilità a tutelare la stabilità del sistema finanziario europeo, non dormiamo sonni tranquilli. D’altra parte sappiamo che purtroppo presto o tardi le bolle speculative scoppiano e a pagarne il prezzo à l’economia nella sua interezza.
 
Eppure, nonostante tutte queste difficoltà, le banche centrali continuano a perseguire la loro strategia di politica monetaria restrittiva, aumentando i tassi di interesse. Ancora questa settimana, la Federal Reserve (FED) che è la banca centrale degli Stati Uniti ha annunciato un aumento di 0.25 punti percentuali, portando così a un tasso di interesse che oscilla tra il 4.75% e il 5%. Ancora più “spavalda” è stata la decisione della Banca nazionale svizzera (BNS) di aumentare il tasso di 0.5 punti percentuale portando così il tasso all’1.5%. Questa scelta non apparirebbe così audace se non fosse stata presa proprio nel momento in cui si è verificato il tracollo di Credit Suisse. Il messaggio che sembra volerci trasmettere la Banca nazionale svizzera è che non è accaduto nulla di particolare e il sistema finanziario nazionale è tranquillo e solido tanto da reggere benissimo un aumento di mezzo punto. Certo, la corsa dell’inflazione non si è ancora arrestata, ma speriamo che la strategia della BNS non ci porti non solo a non aver risolto un problema, ma addirittura ad averne due: l’inflazione e la crisi del settore bancario. 
 
E chiudiamo con la Germania che ancora una volta riesce ad approfittare della situazione e trarre vantaggi per il suo paese. Ci riferiamo alla recente decisione della Commissione dell’Unione Europea che ha deciso di sostenere l’uso dei carburanti sintetici (e-fuels) come proposto dalla Germania e di, invece, bocciare la proposta italiana di rendere utilizzabili anche i biocarburanti. Vediamo la differenza tra biocarburanti e carburanti sintetici. I primi nascono dalla trasformazione di sostanze organiche di origine vegetale o animale (mais, soia, girasole, scarti della lavorazione del legno, concime animale, …). Invece i carburanti sintetici sono creati “artificialmente” a partire dall’idrogeno e dall’anidride carbonica. Dal punto di vista ambientale, tuttavia, secondo i produttori di biocarburanti calcolando l’intero ciclo di vita le auto che usano questa fonte energetica emettono la stessa CO2 delle auto elettriche. Ma questo non è bastato a convincere la Commissione europea: la nuova normativa vieterà la vendita di autoveicoli a benzina e diesel nell’Unione Europea a partire dal 2035 e non permetterà nemmeno i biocarburanti. Ne avevamo parlato qualche settimana fa. L’Italia annunciando il suo voto negativo aveva trovato l’appoggio della Germania. Peccato che la Germania abbia pensato esclusivamente a tutelare la sua posizione. Di fatto, ancora una volta, l’Unione Europea andrà incontro alle richieste tedesche e probabilmente metterà da parte quelle italiane. Perché siamo così duri in questo giudizio?  Perché sappiamo che il produttore più importante di carburanti sintetici è un gruppo tedesco di Amburgo (P2X Europe). Ancora una volta la Germania ha mostrato che il concetto di comunità è utile quando sono i suoi interessi a essere tutelati.
 
E infine nel nostro articolo settimanale “UBS-CS: Non c’era più tempo ma è stato un duro colpo” pubblicato dal Corriere del Ticino, che ringraziamo, ci auguriamo che l’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS non si trasformi in un calvario per le migliaia di dipendenti che da domenica scorsa vivono in una situazione di incertezza e preoccupazioni.

Un caro abbraccio,

Amalia Mirante