La Bibbia è come un lungo romanzo nel quale Israele si rapporta a Dio o meglio, Dio si rapporta a Israele. Egli polisemico: modella Adamo, chiama Abramo, ispira Giuseppe, si rivela a Mosè, annienta Ramses, legifera sul Sinai, comanda nel Deuteronomio, è redentore in Isaia, intimo in Geremia (i quali profetizzano la Passione del Messia, che, proprio oggi, si celebra, essendo Venerdì Santo), è misterioso in Giobbe… a metà di questo romanzo si ha una svolta: Dio vede che il suo popolo persiste nel peccato, nella tracotanza, negli atti impuri e comprende che, per redimerlo, deve parlare non più per mezzo dei profeti, ma direttamente a loro. E la sua Parola deve uscire da un uomo, che non sarà nient’altro che l’Uomo generato da lui stesso. Deve, in pratica, incarnarsi.

Così Colui che in principio era il Verbo (ed il Verbo era presso Dio) (…) venne nella sua proprietà ma i suoi non lo accolsero. (Gv 1,1; 1,11).  

Già Isaia profetizzò che il Messia sarebbe stato ucciso dagli uomini nei quali sarebbe sceso.

Presentai le mie guance ai percuotitori, / le mie guance a quelli che mi strappavano la barba / Non nascosi la mia faccia agli oltraggi e agli sputi (Is.50,3).

Così l’incarnazione di Dio in Gesù Cristo è la svolta centrale della narrazione della Bibbia: Dio si fa Uomo, per redimere gli uomini dal loro peccato, sin dal principio essi avevano peccato e Cristo redime i loro peccati sin dal principio ovvero toglie loro il peccato originale.

Tertulliano scrisse Mors per Evam, vita per Mariam. Così come Adamo ed Eva, un uomo e una donna, avevano peccato, così una donna e un uomo, Maria e suo figlio Gesù, sconfiggono il peccato, sin dal principio: infatti Maria viene concepita da Gioachino ed Anna senza peccato originale, ella mette al mondo Gesù, il quale, essendo tutt’uno con lo Spirito Santo,(per il mistero della Trinità), battezza gli uomini “col fuoco”, liberandoli dal peccato originale.

Prima di lui, infatti, v’era stato Giovanni il Battista, figlio di Elisabetta, cugina di Maria, che battezzava, per l’appunto, gli uomini “con l’acqua” ma, diceva sarebbe venuto Uno dopo di lui, per “battezzarli col fuoco”. Continua infatti Giovanni l’evangelista ci fu un uomo mandato da Dio / il suo nome era Giovanni. Questi venne come testimone per rendere testimonianza alla luce affinché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma per rendere testimonianza alla luce, (Fv. 1, 6 – 8).

Giovanni verrà decapitato da Erode Antifa e, pochi anni dopo, suo cugino Gesù verrà crocifisso. Aveva scritto Isaia i re chiuderanno la bocca a suo riguardo / perché vedranno ciò che non era stato loro narrato / e comprenderanno ciò che non avevano udito.

Nei primi secoli del cristianesimo vi fu un uomo, chiamato Marcione, che sosteneva che l’Antico Testamento fosse una cosa, il Nuovo un’altra. Marcione fu dichiarato eretico, soprattutto da Tertulliano, che scrisse l’Adversus Marcionem, poiché per la Chiesa, la Bibbia ad oggi non è che un continuum tra le vicende di Dio e Israele e quelle di Dio incarnatosi in Gesù Cristo.

Gesù risorto affrescato da Giotto, alla Cappella degli Scrovegni, Padova.

San Girolamo e altri Padri della Chiesa sostennero che l’Antico Testamento sia da leggere in chiave della prefigurazione della venuta di Cristo. Così la liberazione del popolo d’Israele dall’Egitto (motivo per cui gli ebrei celebrano la Pasqua) diventa, per i cristiani, un’allegoria per la liberazione degli uomini dal peccato, dalla morte (motivo della Pasqua cristiana).

Ci può essere anche una lettura storica dell’Antico testamento, certo, e lo sostenne il Crisostomo, ma la lettura allegorica vede la prefigurazione della venuta di Dio in terra, nel corpo di Gesù.

Sull’incarnazione si coniugano anche la teoria pagana del Logos con quella cristiana.

Il Logos che per gli Stoici è immanente nel mondo, diviene, per i Cristiani, incarnato in Gesù Cristo, che si fa Logos, Parola, Verbo, redime gli uomini ed offre speranza di Resurrezione.

E così la Bibbia si conclude con un Dio diverso, mutato nella forma non nell’essenza. San Tommaso d’Aquino scrisse che solo in Dio essenza ed esistenza potevano coincidere.

È il Dio Padre dei Vangeli, di Paolo e di Giovanni. È il Dio Eterno dell’Apocalisse.

Ma, soprattutto, è il Gesù tradito dagli uomini, che soffre in croce e che risorge, cambiando non già la storia, ma l’umanità stessa.

C.F.