Una paretimologia dei primi secoli del cristianesimo, sostenne che “Pasqua” derivasse dal verbo greco “πάσχω”, “soffrire”, per via della Passione di Gesù Cristo; la parola, però, deriverebbe forse più probabilmente dall’aramaico “pasah” propriamente “passare oltre” e alluderebbe sia alla traversata degli Ebrei al seguito di Mosé del Mar Rosso, per sfuggire alla schiavitù di Ramesse II, sia al trapasso del Messia, che sconfisse la morte, risorgendo.

In italiano, quindi, si augura “Buona Pasqua”, così come in Francese “Joyeuses Pâques!”.

In inglese, invece, si augura “Happy Easter!”, così come in tedesco “Frohe Ostern”. Perché questa differenza?

Ēostre (inglese antico *Ēastre, germanico antico Ôstara, da cui il germanico antico: Ôstarmânoth) era una divinità germanica (quindi sassone) correlata al rinnovarsi della vita e alla primavera.

Il filosofo medioevale Beda il Venerabile (673 circa – 26 maggio 735) la cita nel De Temporum Ratione, riportando come i pagani anglosassoni la venerassero in tempi già antichi per lui.

La dea sassone, tuttavia, era presente anche nel panorama latino-germanico, poiché nel 1958, nei pressi di Morken-Harff, nel circondario del Reno-Erft ad ovest di Colonia, furono rinvenute oltre 150 iscrizioni votive, in latino, dedicate alle matronae Austriahenae, cioè le tre dee romano-germaniche protettrici della fertilità.

Già Jacob Grimm nel 1835 correlò la parola “Oster” in tedesco all’anglosassone “Easter”, entrambe indicanti sia la Pasqua che la primavera.