Il mondo reale è un mondo di uomini. Il mondo di Barbie è un mondo in cui le donne possono essere vincitrici di premi Nobel, scrittrici, scienziate e Presidenti della Casa… Rosa. Parzialmente reale, cioè.
Eppure, quando Barbie si scontra col mondo reale (il perché ci debba entrare è la chiave del film) lei (Margot Robbie) bionda e bellissima viene accusata da una ragazzina tarchiata e brunetta di incarnare la cultura “fascista” e “capitalista” in quanto rappresenta esattamente ciò che le donne non sono (alte, bionde, bellissime). E la povera Barbie va in crisi, e piange. Ci penserà una donna, una mamma (la messicana America Ferreira, ex star di Ugly Betty) a farle capire che si può essere Barbie anche senza essere Barbie-premio-Nobel o Barbie-astronauta, essendo, cioè, semplicemente donna.
E qui ci sarebbe stata bene la canzone di Katy Perry “What makes a woman”. In compenso, le canzoni sono bellissime, cantate da Dua Lipa, Niky Minaj e soprattutto Ryan Goslin, formidabile Ken.
Due, cioè, le lezioni: Ken vuole introdurre il mondo reale (un mondo di uomini, appunto) nel mondo di Barbie, Barbie deve combattere “il patriarcato” introdotto nel suo mondo perfetto: un messaggio certo stereotipato, che però, preso con leggerezza, fa anche un po’ ridere.
Unica nota negativa: la pelliccia di Ken. Nel 2023, una parola per l’ecologia e l’animalismo si sarebbe potuta spendere.