In una recente intervista rilasciata a Le Matin Dimanche, il presidente della Confederazione, nonché
direttore del Dipartimento federale dell’Interno, Alain Berset, si è espresso in merito ai costi della
sanità. Stando a quanto riportato dal media romando, Berset conferma che tra il 15% e il 20% delle
prestazioni sanitarie risultano essere inutili se non addirittura dannose.
In seguito a tali dichiarazioni, la classe medica e i suoi rappresentanti hanno mantenuto un
atteggiamento di reticenza. Nonostante sembrasse esserci una certa indignazione riguardo
all’aumento dei premi della cassa malati, non si è manifestata alcuna iniziativa da parte dei fornitori
di servizi sanitari riguardo a quanto affermato da Berset. A dire il vero, questi prestatori di servizi
non si sono nemmeno mostrati propensi ad entrare in merito né dell’utilità né del costo delle
prestazioni erogate.
Non vi è dubbio che le case farmaceutiche stiano registrando margini di profitto invidiabili da
qualsiasi altra industria, e concordo sull’importanza di intervenire per contenere i prezzi dei farmaci.
Tuttavia, è altrettanto vero che gli stipendi di alcuni medici specialisti, come ad esempio i
neurochirurghi, si situano oltre qualsiasi logica di mercato. Stando a quanto riportato dalla
Federazione romanda dei consumatori, i neurochirurghi guadagnano in media 818’000 franchi
all’anno. Benché i medici vengano attualmente riconosciuti quali liberi professionisti, è importante
riconoscere che la stragrande maggioranza dei medici opera all’interno del contesto del sistema di
assicurazioni sociale obbligatoria; pertanto, non sarebbe fuorviante definirli dei dipendenti
parapubblici.
Partendo da tali considerazioni, ritengo opportuno formulare una proposta simile a quella avanzata
dall’ex parlamentare socialista Susanne Leutenegger Oberholzer, che prevedeva l’istituzione di un
tetto massimo per le retribuzioni dei dirigenti delle aziende di proprietà della Confederazione.
Sebbene la proposta trovò ampi consensi trasversali alle forze politiche e fu adottata dal Consiglio
Nazionale con una maggioranza di 139 voti a favore e 44 contrari (tra i contrari figuravano Alex
Farinelli, Rocco Cattaneo, Fabio Regazzi e Marco Romano) fu successivamente cassata dal Consiglio
degli Stati.
Analogamente sono in favore di introdurre una soglia massima salariale a quello che sono gli
stipendi dei medici, per esempio implementando una soglia massima di 500’000 franchi. Finché non
si introdurrà un tetto massimo a questi stipendi faraonici e non si valorizzano percorsi di studi diversi
da quelli specialistici non c’è da stupirsi dell’attuale carenza dei medici di famiglia. C’è qualcuno fra i
256 candidati ticinesi al Consiglio Nazionale e i rimanenti candidati al Consiglio degli Stati che è
favorevole a questa proposta?
Simone Conti, candidato No. 4 al Consiglio degli Stati per Costituzione Radicale