Sembrano lontanissimi i tempi in cui, prima di partire per una capitale europea, ci si chiedeva se si rischiava di cadere vittime di un attentato terroristico. La bandiera di ISIS non sventola più da qualche anno, eppure il terrore sembra aver allungato nuovamente la sua ombra sull’Europa. Ci si è chiesti più volte negli scorsi giorni se il sanguinoso attacco di Hamas ai danni di Israele e la conseguente drammatica escalation del conflitto, avrebbe scatenato una nuova ondata di violenza anche dalle nostre parti. Come a confermare questi timori, lunedì scorso Bruxelles ha subito il suo primo attacco terroristico da sette anni e mezzo.

Abdesalem Lassoued, 45 anni, tunisino, ha ucciso a colpi di kalashnikov due cittadini svedesi, giunti nella capitale belga per vedere giocare la propria nazionale di calcio. L’attacco è avvenuto a metà strada tra la piazza centrale e il quartiere di Molenbeek, caratterizzato da una grande concentrazione di immigrati e, citando lo scrittore francese Emmanuel Carrère, tristemente famoso per essere “il centro del jihadismo europeo”. 

L’attentatore fuggì subito dopo gli omicidi e rimase latitante per diverse ore. Nel frattempo ha pubblicato su un social network un suo video in cui rivendicava l’attentato e sostena di essere un sostenitore dell’ISIS. Ha poi citato la nazionalità svedese delle vittime come motivazione dell’assassinio. Nelle scorse ore è stato inoltre confermato che l’uomo aveva scontato una pena detentiva proprio in Svezia, tra il 2012 e il 2014. Questa mattina Abdesalem è stato individuato dalle forze dell’ordine ed è deceduto per le ferite riportate in uno scontro a fuoco con gli agenti di polizia.

Il ministro della giustizia belga Vincent Van Quickenborne ha dichiarato che Lassoued era noto alle autorità in quanto individuo radicalizzato ma dopo le dovute indagini non erano emersi dettagli preoccupanti, quanto piuttosto qualche reato comune. 

L’attentato di Bruxelles capita qualche giorno dopo quello di Arras, in Francia, dove un giovane armato di coltello ha ucciso il suo ex insegnante. Non è chiaro se l’esacerbazione della violenza sia dovuta alla situazione palestinese ma intanto tutti i paesi europei hanno alzato in modo significativo la loro allerta terrorismo, intensificando l’attività della polizia e dell’intelligence.