Qualche tempo fa la RSI gentilmente mi invitò per un Moby Dick – imperniato sul classico tema “Destra-Sinistra” – da registrarsi nello studiolo di Milano, acquattato all’interno del Centro svizzero che si affaccia su piazza Cavour. Milano, la città nella quale vissi per sette anni, variegati e febbrili; lontani ma, nel ricordo, vividi.

Dovevo dibattere con due persone assai esperte, saggisti-politologi-professori italiani. È stata un’esperienza gradevole, io ho detto con semplicità la mia, ognuno ha detto la sua senza troppo accalorarsi. Ci era stato chiesto, prima, di scegliere liberamente una canzone, che sarebbe stata offerta agli ascoltatori. Io scelsi la stupenda “Geordie”, cantata in duetto da Fabrizio e Joan, due grandissimi.

Mentre attraversavo London Bridge
un giorno senza sole
vidi una donna pianger d’amore
piangeva per il suo Geordie

Impiccheranno Geordie con una corda d’oro
è un privilegio raro
rubò sei cervi nel parco del Re
vendendoli per denaro

Sellate il suo cavallo dalla bianca criniera
sellatele il suo pony
cavalcherà fino a Londra stasera
ad implorare per Geordie

Geordie non rubò mai neppure per me
un frutto o un fiore raro
rubò sei cervi nel parco del Re
vendendoli per denaro

Salvate le sue labbra, salvate il suo sorriso
non ha vent’anni ancora
cadrà l’inverno anche sopra il suo viso
potrete impiccarlo allora

Nè il cuore degli inglesi nè lo scettro del Re
Geordie potran salvare
anche se piangeranno con te
la legge non può cambiare

Così lo impiccheranno con una corda d’oro
è un privilegio raro
rubò sei cervi nel parco del Re
vendendoli per denaro