

Ero in giro per il web alla ricerca di uno spunto che mi consentisse di ricordare la tragica fine del dittatore rumeno Nicola Ceausescu e di sua moglie Elena, avvenuta 34 anni fa, il 25 dicembre 1989.
“Andate tutti all’inferno!” gridò Elena Ceausescu in faccia al plotone di esecuzione. C’è un filmato di 6 minuti e 59 secondi che non si può guardare senza emozione.
I coniugi avevano tentato una fuga in elicottero ma erano stati catturati. Condotti alla base militare di Targoviste furono sottoposti a un processo sommario durato due ore. La “rivoluzione” (in realtà si era trattato di un colpo di stato) li condannò.
In una saletta si scorgono parecchie persone, molti militari, i due come bestie braccate, lui sbalordito e smagrito, il suo potere dissolto; il vociare, la confusione, le accuse; lui protesta, grida; un alto ufficiale legge la condanna a morte con voce sicura. Per uccidere un tiranno un buon motivo si trova sempre. Attimi e gesti di ribellione, i due non vogliono che siano loro legate le mani dietro la schiena. Alla fine si arrendono. Lui tiene il colbacco.
Uno stacco. In bianco e nero i cadaveri a terra.
“Andate tutti all’inferno!”. Questo fu l’ultimo grido di Elena.
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Ho scoperto il sito, interessante, www.aforisticamente.com. Raccoglie, tra l’altro, le ultime parole di numerosi uomini e donne, una miniera.
“Sopra la terra sarò cibo per falchi, sotto per grillotalpe e formiche. Perché privare gli uni per cibare gli altri?”.
(Chuang, III AC)
“Sono pronto a incontrare il Creatore. Se lui sia pronto all’ardua prova che lo attende quando m’incontrerà, questa è un’altra questione”.
(Winston Churchill, 24 gennaio 1965)
“Qualis artifex pereo!”
(Nerone, 9 giugno 68 dC)