di Vittorio Volpi

L’imperatore Naruhito (all’epoca principe ereditario) nel giorno del suo matrimonio (1993) – Wikimedia commons – This file is licensed under the Creative Commons Attribution 4.0 International license.
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Finalmente sono in corso i giochi olimpici 2020 rimandati per il Covid al 2021. Gli atleti gareggiano anche se, come è stato da noi con la pandemia, senza pubblico, ed è meno bello.

Soddisfazione però per tanti giovani che hanno aspettato e sudato il sogno olimpico che possono finalmente realizzare.

L’apertura, spettacolare, è stata sabishii, triste, come l‘hanno definita in molti. La cerimonia non ha soddisfatto perché piena di cose negative, come la commemorazione del massacro di Monaco di Baviera avvenuto nel 1972 che fece 17 morti con un minuto di silenzio, la solitudine della pandemia, il confinamento per gli atleti degli allenamenti blindati all’interno, tutto questo non ha certo aiutato a sorridere, nonostante un po’ di scene folcloristiche nel finale, l’ingrediente essenziale è mancato: la gioia.

Ci sarebbe da dire su chi portava la bandiera ed acceso la fiaccola nello stadio. Le scelte sono state ispirate dal politically correct. Tanta ipocrisia. Molti pensano che tedoforo e portabandiera spettassero ad altri.

Diciamo, per ora tutto bene e funzionante, tranne per il tempo. Si sa, la stagione coincide dopo lo Tsuyu, la stagione delle piogge (molto sgradevole in Giappone) con l’arrivo  dei taifu, dei tifoni,  che spesso toccano l’arcipelago. Essi vanno a morire nel mare di Okhotsk a nord facendo però danni lungo il percorso. Gli organizzatori fanno gli scongiuri, pregano i loro kami, Dei protettori. Chi li ha vissuti sa che la pioggia durante un tifone ti cade addosso come se ti rovesciassero catinelle d’acqua in testa e l’uragano distrugge tutto ciò che incontra.  Pregano a maggior ragione anche quelli del mondo della politica giapponese sperando non succeda nulla, non tanto per i tifoni, ma per le incognite del Covid. Va da sé che tutti gli atleti ed annessi, stampa, etc – comunque decine di migliaia di persone,  si augurano che tutto vada liscio. Al momento si contano un centinaio di contagi, nonostante non sia ammesso il pubblico agli eventi e tutti gli atleti siano tenuti in stato di semi clausura dentro al villaggio.

Perché allerta per l’imperatore e politica? L’Imperatore ha scelto di ricoprire il ruolo affidatogli per l’apertura dei giochi. Scrive un professore dell’Università Hitotsubashi che “avrebbe dovuto evitare di esporsi dichiarando aperti i giochi” e quindi non seguire le orme del nonno Hirohito che inaugurò le Olimpiadi del 1964. Altri lo approvano. L’Imperatore in Giappone non è per nulla coinvolto nella politica, è il simbolo dello Stato e dell’unità della nazione ed è raro che faccia commenti politici. Perché non evitare l’incombenza?

Ci sono anche critiche per il linguaggio usato da Naruhito. Ci si aspettava che usasse l’espressione “IWAI” che si usa per celebrare (usata dal nonno nel 1964). Invece ha usato “KINEN SURU” che è vicino a commemorare.  Quindi commemorare e non celebrare. Un compromesso che l’Agenzia Imperiale ha adottato considerando le perplessità della nazione verso le Olimpiadi rappresentata dai 2/3 della popolazione contrari.

L’inizio dei giochi sembra però aver cambiato l’umore dei giapponesi. 60 milioni hanno seguito l’apertura e manifestato gioia nell’assistere agli eventi all’aperto.

Chi più di tutti sta pregando i suoi kami è il Premier Yoshihide Suga che rischia molto, indipendentemente dai risultati di questa controversa Olimpiade. La perdita del supporto popolare, mentre è in corso la battaglia per le elezioni generali, lo costringe a sperare che tutto fili liscio e che i Giochi Olimpici 2021 siano un assist per la sua sopravvivenza politica.


Non ci rimane che augurare ai giapponesi un caloroso e felice “Nippon Banzai”