Nell’imminenza della festa di san Bartolomeo (24 agosto) mi permetto di riproporre un pezzo semiserio di due anni fa: 18 giugno 2014, il giorno prima il PLR aveva presentato al Capannone – NON di Rancate – i suoi 5 candidati al Consiglio di Stato.
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Ho scritto oggi in un mio breve pezzo di commento all’adunata del PLR: “Scommetto (ma potrei anche perdere) che nessuno di loro* ha mai letto il celebre sangue-sudore-lacrime del grande Churchill.”
* I magnifici cinque, i candidati
Non l’avessi mai fatto! Il candidato Nicola Pini mi ha subito rimbeccato con un messaggio Facebook: “Egregio Professore, temo che abbia perso la sua scommessa, il discorso di Churchill l’ho letto, e più volte. Veda lei a chi pagare la pizza. Buona giornata.”
Ora, può anche darsi che io abbia perso la scommessa, ma ci sono alcune cose che il candidato Pini non sa. La prima, e più importante, è la seguente: la posta, per me, non è mai “una pizza” bensì – invariabilmente – una cena al Principe Leopoldo. Ne ho vinte parecchie di queste cene. Una in particolare il 9 febbraio, con l’on. Boneff, molto ambita, che a tutt’oggi non mi è stata pagata** e forse non lo sarà mai (benché le vie del Signore siano infinite, tenendo anche presente che l’onorevole è pipidino).
** In seguito, e con molto ritardo, lo fu
Una volta (ai tempi le poste erano diverse) vinsi 100 franchi nel modo seguente. È un bel pomeriggio d’estate, alcuni appassionati si dedicano al bridge nel giardino di una casa d’Origlio. Per una ragione che non ricordo, il discorso cade sulla celebre “strage di san Bartolomeo” (uno dei miei temi prediletti). Assumo la mia aria evocatrice e sognante (una piccola, innocua commedia) e attacco: “Era da poco scoccata la mezzanotte al campanile della chiesetta presso il Louvre, nella notte sul 24 agosto 1572, quando squadre di cattolici armati…” Una signora mi guarda stupita e mi fa: “1572? Ma che dice? Non è quella la data” “1-5-7-2” “Impossibile, quella terribile strage è avvenuta molto prima!” Eccetera eccetera eccetera (il resto aggiungetelo voi).
Nel 1991 persi in un sol colpo due scommesse. Fui molto, molto imprudente… e giustamente punito. Avevo scommesso – con due persone diverse – sulla sconfitta dell’on. Buffi a vantaggio del suo avversario di quell’anno (nell’elezione al Consiglio di Stato) on. Tullio Righinetti. Era difficile che il valoroso Tullio riuscisse a battere un consigliere in carica, e Tullio lottò alla grande ma non ce la fece. I due vincitori della scommessa furono il professor Gilberto Isella, un poeta e un caro collega, e l’on. Luigi Pedrazzini, che era all’epoca, se ben ricordo, presidente del PPD. La posta? Una cena al “Centenario”, ristorante locarnese che all’epoca andava per la maggiore, con signore. La cena Isella fu memorabile, e sono certo che l’amico ancor oggi se la ricorda. La cena Pedrazzini invece… non ebbe mai luogo, ma non certo per colpa mia. La sera stessa dell’avvenuta elezione presi contatto con lui “Lei ha vinto! Accordiamoci per il pagamento della scommessa”. Ma dopo un gran tira e molla (lui aveva tantissimi impegni politici e di ogni genere) la cosa andò alle calende greche e alla fine non si realizzò. Per me fu una delusione.
Adesso Pini. Niente pizza, Nicola. E niente Leopoldo perché nessuna scommessa era stata stipulata in questi termini. Ora che ci penso, però: vorrei scommettere con qualcuno sull’elezione del 19 aprile 2015. Ma non so bene con chi (un politico, certamente). E non so bene su quale evento puntare. Scommettere contro il partitone (che io chiamo, talvolta, il Vecchio Potere) è una grossa e perfida tentazione, alla quale dovrò a ogni costo resistere. Mi imbarazza troppo. Che fare?