L’economia tedesca sta affrontando una serie di crisi interconnesse. Forse per questo i partiti di estrema destra sono in crescita.

Tra i principali fattori c’è l’aumento dei costi energetici, aggravato dalla guerra in Ucraina e dalla rottura con la Russia, uno storico fornitore di gas a basso costo. A questo si aggiunge l’inflazione persistente, i tassi di interesse in rialzo, e il calo dei salari reali, che stanno comprimendo il potere d’acquisto dei cittadini tedeschi. La transizione verde, necessaria per combattere il cambiamento climatico, sta colpendo settori industriali chiave come quello automobilistico, siderurgico e chimico, mentre la Cina, tradizionale partner commerciale, è diventata una forte concorrente in settori innovativi come i veicoli elettrici.

Le regioni più colpite sono quelle industriali, che hanno storicamente rappresentato la forza motrice dell’economia tedesca: la Ruhr, il Baden-Württemberg, e la regione del Reno-Neckar, insieme a Monaco. Qui le piccole e medie imprese, che costituiscono il cuore del Mittelstand, stanno subendo forti pressioni. Queste aziende a conduzione familiare, specializzate in settori come l’ingegneria e la produzione di macchine, sono fondamentali per la stabilità economica del Paese, ma stanno vedendo ridursi drasticamente la produzione a causa degli elevati costi energetici, con un calo del 25% in settori ad alta intensità energetica nel 2022-2023. Molte di queste imprese hanno iniziato a pianificare licenziamenti di massa.

Il Mittelstand è stato tradizionalmente lodato per la sua capacità di resistere alle pressioni della globalizzazione e delle acquisizioni aziendali, mantenendo una cultura aziendale a lungo termine e radicata nelle comunità locali. Tuttavia, le recenti politiche governative, tra cui quelle della coalizione rosso-verde di Gerhard Schröder, hanno reso più difficile per queste imprese operare in un ambiente economico sempre più globalizzato. La riduzione del ruolo delle banche locali, che tradizionalmente detenevano azioni di imprese tedesche, ha aperto la strada a pressioni esterne sui profitti a breve termine.

A tutto questo si aggiungono scelte politiche critiche che hanno peggiorato la situazione. La guerra in Ucraina ha portato a una rottura con la Russia e a una dipendenza dal costoso gas naturale liquefatto americano, una decisione presa per motivi politici ma che sta danneggiando l’economia. Le scelte del governo attuale, che include SPD, FDP e Verdi, sono state ampiamente criticate e hanno fatto crollare il consenso popolare, con molti cittadini frustrati dalla gestione complessiva della crisi.